A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (564)
Giuseppe Leuzzi
La Ue pare sia arrivata alla 14ma ondata di sanzioni contro
la Russia, senza vincere nessuna guerra. Le sanzioni come le “grida” del
romanzo di Manzoni? Ma stupidità non è. Non sarà che si fa di tutto, cioè
niente, per un megastipendio, tra il ricchissimo-carissimo Lussemburgo,
Strasburgo con diaria per l’ottima cucina, e Bruxelles dove comunque non si
mangia male. Questa Ue che si vuole nordica non si
sarà meridionalizzata, “checcozalonizzata” – per il “posto”?
Denuncia il “Resto del Carlino” il caso di un immigrato a Reggio
Emilia “a un euro l’ora”. Di “padrone straniero”. E il suo “caporale”? Sicuramente un calabrese. Anche un siciliano andrebbe bene. Perché non se ne fa
il nome? Privacy?
Tema del libro di Tony Blair, “On Leadership”, con cui
esordisce l’annunciata Silvio Berlusconi Editore di stampo socialdemocratico,
è:
“Si trovano nel mondo paesi con la stessa più o meno popolazione, le stesse
risorse, lo stesso potenziale, e tuttavia alcune fioriscono, altre affondano.
Perché? Semplicemente perché alcuni hanno leader
che capiscono i principi del buon governo, e altri no”. Semplice, in
effetti.
Si fa caporalato e
precariato dappertutto in Italia, al Centro e al Nord con finte cooperative, al
Sud con l’impiego diretto dei braccianti per il pomodoro e le arance, colture
povere. Ma la cosa è solo del Sud, anche se l’abbandono disumano di Satnam
Singh è avvenuto a Latina, da parte di uno non stupido o balordo. Ed è naturalmente
fatto di mafia. Che c’è, ma questo non esime i restanti tre quarti d’Italia –
oppure sì, la mafia assolve?
“Al Nord servono entro il
2040 due milioni di stranieri in più”, calcola la Fondazione Nord-Est. Cioè dei padri della legge
restrittiva che regola l’immigrazione, all’entrata e dopo, per venti-venticinque
anni. Una lunga penitenza per chi vuole lavorare.
La buona coscienza si vuole
innocente: è la forza del Lombardo-Veneto, molto devoto in effetti, in chiesa e
in prefettura, la buona coscienza.
Anche il caporalato, basta
farlo con le regole, in buona coscienza.
Dei quattro allenatori
italiani di Nazionali all’Europeo 2024 – oltre Spalletti - Montella, Marco Rossi,
Tedesco e Calzona, gli ultimi due sono meridionali. Di un’area, Sud e Isole,
che ha un terzo della popolazione e solo due squadre in serie A, Napoli e
Cagliari – quest’ultima col punto rimediato da Ranieri all’ultima gara. Due
squadre su venti.
C'erano più squadre
solitamente del Sud in A, Bari, Palermo, a lungo anche Catania, Messina,
Regina, Catanzaro, Crotone. Poi, quando il calcio è diventato professionale,
gestionale, il Sud è sparito.
Sudismi\sadismi
“Calabria, Campania, Sicilia e Puglie, le regioni più
colpite dal lavoro irregolare”, comunica regolarmente l’Inps. Poi si guardano i
numeri del fatturato (giro d’affari del “lavoro nero”), e per il Sud vengono
calcolati 23,7 miliardi su 68, cioè un pro quota analogo al peso della
popolazione (al Nord-Ovest si calcolano 17, 3 miliardi, al Centro 14,5 e al
Nord-Est 12,5) Anche del totale dei “lavoratori in nero”, calcolato in 3
milioni, al Sud e Isole si imputa il 37,2 per cento.
Il lavoro nero è un problema, sotto tutti gli aspetti,
ma perché imputarlo al Sud? Per assolvere il resto d’Italia.
Il Sud come un punching-ball,
a disposizione di chi passa. O come una penitenza, nella (vecchia?)
confessione, che libera dal peccato.
Il Nord bocciato in
matematica
L’Italia è attardata, l’Italia è ferma all’Ottocento,
la scuola non forma i tecnici, il modello di formazione è quello umanistico,
residuo o legato del Sud. E poi si legge: “Pordenone. Maturità, «strage» di insufficienze alla prova di Matematica”,
nei licei scientifici. Cioè:¨Nell’80 per cento delle classi ci sono state insufficienze
nella seconda prova, quella che per i licei scientifici vedeva al centro la matematica”.
Si legge solo nel “Gazzettino” - forse per questo Gian Antonio Stella, il protoleghista
del “Corriere della sera”, si è astenuto quest’anno dalla solita filippica
contro le maturità al Sud - filippica peraltro pericolosa per la Matematica, le
squadrette calabresi, per esempio, vincendo tutti i tornei internazionali,
checché ne dica l’Invalsi, basta fare la preparazione giusta (che certo non è semplice, se si
guarda al patatrac che ha fatto Spalletti in Germania - sembra li avesse
allenati a perdere).
Al liceo Grigoletti “in una classe solo due
sufficienze” – “in altre classi della provincia di Pordenone il 77 per cento
degli studenti non ha raggiunto la sufficienza”, con voti anche “minimi”.
Il fatto magari è accidentale – magari nella provincia
di Udine i risultati sono stati migliori. Oppure: perché non dire che la “linea
della palma” ha infettato anche la scuola?
Supersu(b)dole
Il neo sindaco di Bari ha per prima cosa nominato un
assessore alla Felicità. E uno alla Bellezza.
La fantasia non manca, si dice. O non è per alleviare la disoccupazione
al Sud? Di amici?
Il neo sindaco, mezzo Democratico e mezzo 5 Stelle, non ha
nominato un assessore al Paradiso (che si può fare, è corretto, il paradiso è
anche mussulmano) perché doveva nominarne due? O perché ancora giovane, sessantenne?
Il tempo non gli mancherà.
A conclusione della sua spericolata “filosofia meridionale”
– “il pensiero che si è messo a indagare le radici della vita”, Giordano Bruno
e Giovanbattista Vico all together now
– Biagio de Giovanni constata e azzarda: “Il Meridione d’Italia è stato il
protagonista di queste avventure del pensiero, l’ambiente dove esse sono nate.
Forse, si può fantastiscare, la sua relazione con una riedizione della «Magna
Grecia», diffusa nel tempo, nascosta, sempre nel tempo, da mille sterpaglie,
ritornata in campo in un pezzo d’Italia carico di problemi e ritardi”.
Sterpaglie era Elea vicino Paestum, a un pellegrinaggio, ciò che ne restava della
città della Scuola Eleatica, Parmenide, Zenone – le sterpaglie poi le hanno tagliate.
Cronache della
differenza: Milano
“Passa
per essere la città più viva d'Italia, ma quanto è vivibile Milano?”, Luca
Mastrantonio.
Ma
“passa” per chi?
Della partita con l’Albania, aperta da due interisti con un autogoal “assistito”, da record negli annali, i
giornali milanesi, “Corriere” e “Gazzetta”, celebrano l’“Italinter”. Con 7 e 8 in
pagella agli interisti (7 a Bastoni, quello che ha fissato l’Italia nel record
del ridicolo) - e 6 a Chiesa, l’unico
che aveva giocato, reo juventino. Di Milano non c’è da fidarsi, nemmeno ora che
da borgo di provincia si pretende metropoli.
Calderoli, il bravo dentista
che ha disegnato le duecentocinquanta pieghe, o sono milleducentocinquanta, dell’autonomia
differenziata, lo scioglimento dell’Italia, l’eroe del Lombardo-Veneto, ha
vissuto in effetti eroicamente a Roma Ladrona vent’anni fa in una
villa-castello (imitazione), a 10 mila euro, al mese. Non si finisce mai di
stupire – la secessione sarebbe in effetti il solo rifugio.
Che il Lombardo-Veneto proponga
ormai da mezzo secolo i Calderoli, Zaja, Bossi, Fontana, Formentini, Gallera, è motivo di meraviglia.
Ma non per il Lombardo-Veneto, che a ogni evidenza non li soffre, anzi li tiene
per buoni. Bossi fu promosso da Milano 1, il Quadrilatero, dei “ricchi-intellettuali-e-belli”.
“Ortomercato di Milano: da
caso a laboratorio di integrazione sociale” – “Il Sole 24 Ore”: “Circa 6500
facchini nordafricani e del Bangladesh assicurano il funzionamento di una
maxistruttura che serve 10 milioni di clienti l’anno”. Un elogio quindi. Della
città, da parte del suo giornale. Come a dire: quanto siamo bravi con l’“integrazione”.
Dopo aver voluto, e tuttora imporre, una legge Bossi-Fini anti-immigrazione.
Ljuba
Rizzoli non è la solita attricetta jugoslava che cattura il
riccone. È nata Maria Luisa, a Milano. A Cazzullo sul “Corriere della sera” confida
le prime esperienze: “Studiavo a Voghera dalle scuole agostiniane. Il mio
professore di scienze si era offerto di accompagnarmi a casa in macchina. Si fermò
in un bar per offrirmi una cioccolata. Con la complicità della barista mi
chiuse in una stanza”. Esito: “Gravidanza
extrauterina, emorragie interne, infezioni”. Fu operata “dal padre dell’uomo
che mi aveva violentata”. Oggi 92nne, la cosa deve essere avvenuta attorno al
1950. Bell’ambientino, sollecito, di ipocrisia.
“Gomorra”, un libro
anti-Napoli fatto, letteralmente, a Milano, programmato, documentato e anche
riscritto, rivela al “Corriere della sera” il direttore generale di Mondadori,
Francesco Anzelmo, all’epoca redattore incaricato della collana “Strade Blu”.
Intestato al napoletano Saviano. Promosso a letteratura da Goffredo Fofi, di
Gubbio. L’unità d’Italia.
“Moda e Caporalato”, rivela un’inchiesta
del “Sole 24 Ore” di Ivan Cimmarusti e Sara Monaci: “Ordini per migliaia di capi
mal pagati”. Eserciti di clandestini, per lo più cinesi. I migliori marchi vi fanno
ricorso. Il problema è che si fa senza meridionali di mezzo. Il giornale non fa
i nomi, ma le “ditte” di “caporali” dice di Gallarate, Trezzano sul Naviglio,
Milano Bicocca – se fossero meridionali lo sapremmo.
Però, che dire, è ben fatta, ben organizzata cioè, la
lavorazione caporalesca del made in Italy a Milano: si scelgono i cinesi, che
sono laboriosi, e tacciono – non sono gli africani rompicoglioni, europeizzati,
non si lamentano, non si sindacalizzano, non si dichiarano nemmeno, non “esistono”.
Con quei nomi, poi, che sono tutti uguali.
leuzzi@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento