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lunedì 22 luglio 2024

Putin stalinista per la Russia europea

Chiudendo il racconto della sua estate tredicenne con Molotov, quello che firmò più condanne a morte, più di Stalin negli anni sovietici del Terrore, Erofeev trova che la stessa temperie, di odio verso l’esterno, è resuscitata “ancora una volta nel mio paese sotto la guida di Putin”. Constata che “ogni governante russo si sintonizza involontariamente sull’onda stalinista”. Involontariamente no. Ma poi si chiede: “Che l’anima russa sia stalinista per natura?”. Benché anche lui sia russo.
Questo può essere un problema. Putin invece è un problema perché vuole la Russia europea. A ogni costo. Era il leitmotiv e l’epicentro della sua lunga intervista nel 2000 – molto prima cioè di diventare “Putin, il nemico dell’Occidente” – con Public Affairs, l’organizzazione newyorchese (“First Person”, p. 169): “La Russia è un paese molto composito, ma siamo parte della cultura Occidentale Europea. Non importa dove la nostra gente viva, nell’Estremo Oriente o al Sud, siamo Europei”. E all’obiezione: “Resta da  convincere l’Europa”, risponde:. “Combatteremo per mantenere la nostra posizione geografica e spirituale. Se ci spingono fuori, troveremo alleati per rafforzarci, che altro possiamo fare”.  

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