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domenica 28 luglio 2024

Cronache dell’altro mondo – americane (286)

James Baldwin “dal 1948 si trova in Francia e a Parigi, ha 24 anni, vuole incontrare gli scrittori africani…..Tuttavia, a Parigi, si rende conto del suo essere americano. Riflette sul destino di essere americano, come disse Henry James. Un destino inesorabile.
“Incontra gli scrittori africani e capisce di appartenere a un altro mondo. La sua americanità s’imponeva ogni volta che provava ad accostare la sua esperienza a quella africana.…
“Baldwin sapeva di di non appartenere all’Africa, non voleva che qualcuno parlasse di lui in quanto discendente dell’Africa. Quell’idea lo disturbava. In America, per Baldwin, nessuno era un privilegiato, nemmeno i bianchi, che si trasferirono nel Nuovo Mondo perché in Europa non c’era nulla per loro.
“In America sono stati tutti poveri, all’inizio.
“Un giorno Bob Kennedy disse a Baldwin: tra 40 anni potrebbe esserci un presidente nero. Glielo disse nel 1963. Jimmy pensa: siamo qui da circa 300 anni mentre tu, discendente di irlandesi, in questo Paese da un secolo, mi dici che, se mi comporterò bene, a un certo punto uno di noi potrà diventare presidente”.
(Colm Toibìn, “La Lettura”)

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