Cronache dell’altro mondo – trumpiane (278)
Trump non è
simpatico. Ma non si può non ricordare che l’America per bene gioiva al
processo in cui una prostituta, che lo ha ricattato nella precedente elezione e
lo rifà in questo, è osannata. A New York, la città del cuore. Da un gran
giurì, da un giudice federale, dalla stampa seria. Che una giornalista di pochi
e oscuri articoli, sostenendo di essere stata violentata da Trump nel 1996,
quando aveva 56 anni, nella cabina delle prove di un negozio di abbigliamento, ha
ottenuto cinque anni fa 5 milioni di risarcimento, sempre a New York, sempre da
una giuria popolare e un giudice Democratico, e cinque mesi fa 83,3 milioni (ne
aveva chiesti 24) per diffamazione, perché Trump aveva negato il fatto. E che
l’incuria di documenti riservati è un reato per lui ma non per Biden. Alcune
delle migliaia di pagine riservate che tempestano ogni giorno il presidente
americano, ritrovate, sia nel suo caso che in quello di Biden, abbandonate, in
cantine, in garage.
Democrazia,
de-che?
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