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mercoledì 17 luglio 2024

Cronache dell’altro mondo – saudite (282)

“Se si nazionalizzano gli investimenti finanziari e monetari russi in Occidente l’Arabia Saudita liquiderà i suoi investimenti in titoli di Stato occidentali”. L’avvertimento è venuto, informalmente, dopo la decisione, che sarebbe stata presa al vertice del G 7 in Puglia, sulla nazionalizzazione degli asset russi. Da emissari del principe ereditario saudita Mohammed ben Salman, il re de facto del reame.
Il principe ereditario saudita non è il solo. Gli Emirati (Abu Dhabi, Dubai) e il Qatar sono in allarme, tanto più per avere investimenti industriali e immobiliari in Europa, e non solo finanziari.
Il G 7 non è stato seguito da alcun atto specifico. Anche perché la questione è di diritto internazionale, sarebbe senza precedenti, e riguarda cifre enormi - gli attivi della sola Banca centrale russa, e solo in Europa, si aggirano sui 200 miliardi. Ma il rapporto americano con l’Arabia Saudita è comunque da alcuni mesi deteriorato. Una novità.
Il regno fu creato nel primo Novecento dalla dinastia saudita con ìl sostegno americano, contro l’influenza britannica preponderante in in Iraq e Emirati (Kuwait, Abu Dhabi, Qatar, etc.): posta il petrolio. I principati, arricchiti dallo shock petrolifero del 1973, hanno poi seguito politiche rigorosamente filo-occidentali. Ma da qualche anno non più. Il Qatar è intervenuto in Libia d’accordo con la Russia. L’Arabia Saudita segue da qualche tempo una politica filorussa sul petrolio, filocinese sul commercio estero, e di buon vicinato perfino con l’Iran, dopo la guerra by proxy nello Yemen.
Gli Stati Uniti hanno mantenuto un rapporto privilegiato con l’Arabia Saudita, fino alll’11 settembre 2001 incluso – senza far pesare le evidenti connessioni saudite degli attentatori, nazionalità, culto, visti, appoggi negli Usa. È nella penisola arabica che Trump ha avviato, e poi in molti casi portato a effetto, la politica di pacificazione dei potentati arabi con Israele – gli Accordi di Abramo.
Col nuovo corso saudita, con l’accesso al trono della seconda generazione dei principi, il legame già strettissimo si è allentato.

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