Del mago sociale, o la società dei consumi
“Colui che deve legare deve possedere una teoria
universale delle cose, per essere in condizione d’incatenare l’uomo, che di tutte
le cose è, per così dire, l’epilogo”. Un disegno del tardo Bruno, probabilmente
degli anni dei lunghi processi prima della condanna, sul controllo
dell’opinione pubblica o dei mercati, con terminologia odierna, che avrebbe
potuto essere il pendant di Machiavelli e del “Principe” per la
configurazione e il controllo dei rapporti sociali, attraverso la psicologia,
il condizionamento individuale.
“Le forze che legano in prospettiva universale sono
il Dio, il Demone, l’Animo, l’Essere animato, la Natura, la Sorte e Fortuna,
infine il Fato. Questo grande reticolo di vincoli, che copre l’universo e non
può essere designato con unica denominazione, non lega sotto specie e senso di
corpo: il corpo infatti non percuote il senso da sé, ma attraverso un genere di
energia che nel corpo risiede e dal corpo procede. E questa energia che
metaforicamente si designa come la mano che lega: e questa che, con varia
preparazione, si piega ed orienta a gettare i suoi lacci”.
Un abbozzo di trattato – un testo di cui ci sono pervenute
le prime 23 pagine (si fermano al § XXIII).
“La
grazia dei vincoli”, così il trattatello è presentato in una riedizione moscovita, una
riscoperta del 2019. Con l’ipotesi che sarebbe stata la vera causa della
condanna di Bruno, non le tante addotte nel confuso processo che precedette la
condanna – processo di cui in effetti mancano molti atti, come Luigi Firpo e gli
atri “bruniani” hano dovuto constatare sconcertati. Un “mago sociale”, secondo questa nuova vulgata, Bruno ipotizza che conquisti l’umanità attraverso il
“legamento”, cioè soddisfacendo i desideri. Il collegamento viene a questo
punto ovvio con l’odierna società dei consumi, dei desideri coltivati o della
persuasione occulta, che non è in effetti lontana dal timore-desiderio di
Bruno. Come un amante opera una rete magica di gesti, parole, favori, doni, cosi
il “mago sociale” può gettare la sua rete per conquistare la “preda umana”
attraverso il “legamento”, cioè soddisfacendo
i suoi desideri – quelli che lui controlla, se non li ha creati.
Giordano Bruno, De vinculis in genere, free
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