mercoledì 24 luglio 2024

Dell’orrido nel Po

“L’alba impollinò la Lombardia di una luce pallida, poi dolcemente fruttata, illuminando a una a una le torri campanarie della Lomellina  perse in un arcipelago di risaie”. È l’alba quando Rumiz si sveglia in un capanno sul Po che sull’altra sponda guarda la Lombardia. È Stendhal – ha prose simili quando si sposta nell’amata Lombardia. Ma poi è l’inviato tignoso, preciso, rigoroso?, spiazzante. Per la precisione, frutto delle note che prende evidentemente, e della preparazione - carte, letture, testimonianze, memorie, di amici, esperti, promotori, tecnici, sapienti.
“Morimondo” è il nome  che Rumiz dà alla barca nuova fiammante, costruita appositamente da Paolo Lodigiani, che li porterà dal Po di Lomellina fino alla foce: è la morte, quale gli è apparsa in molti viaggi di guerra.
È il racconto di un viaggio che Rumiz, con vari amici a varie tappe, ha datto sul Po, dalle sorgenti all’Adriatico – “alla Croazia”. In varie riprese, s’intuisce dalla presentazione, dal 2000 al 2012. Quindi con vari natanti, varie compagnie, varie stagioni. Un viaggio più faticoso che piacevole, o sorpendente. Il fiume è sporco più che bello. Ostie e osterie sono simpatici, ma la natura è deteriorata, raramente rispondente all’attesa. La discesa è anche piena d’insidie: secche, detriti, centrali elettriche in disupo (ruggine e macerie), chiuse impraticabili, ponti pericoliossiimi, con mucchi di rifiuti di ogni ghenere, dale automobili alle lavatrici, in agguato attorno ai piloni. E la malavita di notte, “contrabbandieri, corrieri dela droga, pescatori abusivi”, senza mai un controllo.
È, con “La leggenda dei monti naviganti”, parte della denuncia dell’abbandono dell’entroterra, dell’ambiente: qui anche della pianura padana, l’area più fertile e più produttiva del Paese, si chiede più volte l’autore sbalordito, che sia tanto trascurata. Delle aree appenniniche si può capire, hano perduto la funzione produttiva, ma lungo il Po?
Delle zanzare in Lomellina, “l’Air Force ci attaccò in simultanea da tutti i lati”, si può dare testimonianza personale – come tutti coloro mandati per il week-end nella ridente Lomellina (“a due passi da Milano”).
Si naviga con molte parole marinare. E qualche storia locale – fra Dolcino bruciato vivo. Con Omero e Dante. Ma sopattutto con le pianure russe. Il libro è del 2012 – pubblicato a maggio del 2013: curiosi sono i continui riferimenti alle pianure, paludi, fiumi della Russia, dei viaggi che in contemporanea Rumiz faceva a Oriente, compresi i Carpazi e il Dnestr. Non era un mondo ancora  diviso.   
Paolo Rumiz,
Morimondo, Ue Feltrinelli, pp. 318 ill. 2x € 9,90

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