Dell’orrido nel Po
“L’alba impollinò la Lombardia di una luce pallida,
poi dolcemente fruttata, illuminando a una a una le torri campanarie della Lomellina perse in un arcipelago di risaie”. È l’alba quando
Rumiz si sveglia in un capanno sul Po che sull’altra sponda guarda la
Lombardia. È Stendhal – ha prose simili quando si sposta nell’amata Lombardia.
Ma poi è l’inviato tignoso, preciso, rigoroso?, spiazzante. Per la precisione,
frutto delle note che prende evidentemente, e della preparazione - carte,
letture, testimonianze, memorie, di amici, esperti, promotori, tecnici, sapienti.
“Morimondo” è il nome che Rumiz dà alla barca nuova fiammante, costruita appositamente da Paolo
Lodigiani, che li porterà dal Po di Lomellina fino alla foce: è la
morte, quale gli è apparsa in molti viaggi di guerra.
È il racconto di un viaggio che Rumiz, con vari
amici a varie tappe, ha datto sul Po, dalle sorgenti
all’Adriatico – “alla Croazia”. In varie riprese, s’intuisce dalla
presentazione, dal 2000 al 2012. Quindi con vari natanti, varie compagnie, varie
stagioni. Un viaggio più faticoso che piacevole, o sorpendente. Il fiume è sporco
più che bello. Ostie e osterie sono simpatici, ma la natura è deteriorata, raramente rispondente all’attesa. La discesa è anche
piena d’insidie: secche, detriti, centrali elettriche in disupo (ruggine e
macerie), chiuse impraticabili, ponti pericoliossiimi, con mucchi di rifiuti di
ogni ghenere, dale automobili alle lavatrici, in agguato attorno ai piloni. E la
malavita di notte, “contrabbandieri, corrieri dela droga, pescatori abusivi”, senza
mai un controllo.
È, con “La leggenda dei monti naviganti”, parte della
denuncia dell’abbandono dell’entroterra, dell’ambiente: qui anche della pianura
padana, l’area più fertile e più produttiva del Paese, si chiede più volte l’autore
sbalordito, che sia tanto trascurata. Delle aree appenniniche si può capire,
hano perduto la funzione produttiva, ma lungo il Po?
Delle zanzare in Lomellina, “l’Air Force ci attaccò
in simultanea da tutti i lati”, si può dare testimonianza personale – come
tutti coloro mandati per il week-end nella ridente Lomellina (“a due passi da
Milano”).
Si naviga con molte parole marinare. E qualche storia
locale – fra Dolcino bruciato vivo. Con Omero e Dante. Ma sopattutto con le
pianure russe. Il libro è del 2012 – pubblicato a maggio del 2013: curiosi sono
i continui riferimenti alle pianure, paludi, fiumi della Russia, dei viaggi che
in contemporanea Rumiz faceva a Oriente, compresi i Carpazi e il Dnestr. Non
era un mondo ancora diviso.
Paolo Rumiz, Morimondo, Ue Feltrinelli, pp. 318
ill. 2x € 9,90
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