Il Buonuomo Molotov
“Molotov morì l’8 novembre 1986 all’età di 96 anni.
… Morì senza funerali di Stato. Sulla «Pravda» (da lui creata e di cui era
stato il primo redattore capo) comparve solo un modesto messaggio…: «È mancato
un pensionato importante per l’Unione,
membro del Pcus dal 1906, V.M.Molotov”. Così finisce il racconto. L’inizio è altrettanto
sorprendente: “Chi tra i dirigenti sovietici firmò il maggior numero di liste
di esecuzioni durante il Grande Terrore? Stalin? No, lui ne ha firmate 367. Il
primato, 372, è di Vjaceslv Michailovic Molotov”, capo del governo. Lo stesso che lo scrittore ebbe per amico, taciturno,
una lontana estate, “lo zio Slava”.
Erofeeev frequentò Molotov l’estate del 1962, quando
aveva quindi 72 anni, ma lo ricorda come un compagno di mute compagnie, per lo
più notturne, sotto le stelle, provando a sintonizzare una primissima radiolina
a transitor su Radio Londra – imprese nella quale il ragazzino Erofeev, allora
quindicenne, riusciva, prima o poi, salvo al momento delle notizie politiche
essere invariabilmente sovrastato dal jamming,
le scariche di distrubo del controspionaggio russo. Erofeeev, figlio di
diplomatico, aveva passato molti anni a Parigi, ed era cresciuto senza una cognizione
precisa del mondo sovietico.
Vjacesvalv Skrjabin, detto “Molotov”, da molot, martello, pseudonimo assunto nel
1906, a sedici anni, quando aderì al partito Socialdemocratico Russo, poi con
Lenin nella rivoluzione d’Ottobre, 1917, era stato nominato da Stalin nel 1930
capo del governo sovietico, e nel maggio
1939 ministro degli Esteri - in tempo per la firma del famoso patto del
disonore, il Patto Molotov-Ribbentrop, con la Germania nazista, per la
spartizione della Polonia. “Cadde in disgrazia” nel 1948, con l’arresto della
moglie Polina Žemkužina, una intellettuale. Tornò agli Esteri nel 1953, dopo la
morte di Stalin. Fino al 1956, quando fu destituito da Kruscev nella
destalinizzazione. L’anno dopo tentò un
golpe di partito contro Kruscev, che fallì.,Fu mandato ambasciatore in Mngolia
e po a Vienna, all’A genzia atomica. Infine espulso dal aprito e da ogni incarico
nel 1961. Morità nel 1986-
È un Molotov in disarmo che Erofeeev frequenta
nell’estate del 1962, nel quartiere sub-moscovita di dacie per diplomatici,
piccole, modeste. In digrazia, come usava dire. La nonna che lo accudisce lo
avverte che la frequentazione dello “zio Slava” può danneggiare il padre
diplomatico tuttora in servizio. Una persona mite. Mjta ma attenta. Oppure la
memoria tradisce Erofeeev. Oppure, come lo scrittore spiega alla fine, il ricordo
si modula sull’attualità. Per appaiare l’odio anti-occidentale di Stalin e
Molotov a quello di Putin.
Con una curiosa inversione, Putin non essendo stato,
e non essendo, anti-occidentale, anzi - la Russia lui vuole assolutamente europea,
la sua guerra è contro chi vuole spingerlo fuori. O più che curiosa, leggendo l’ultima
frase: “Che l’anima rrussa sia stalinista per natura?”
Viktor Erofeev, Mio zio Slava (cioè Molotov), “La Lettura” € 1
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