sabato 6 luglio 2024

Il cervello a molla

“Tra fine Settecento e inizio Ottocento la scienza comincia a indagare la riproducibilità dell’essere umano, sia per via biologica (gli esperimenti sull’elettricità, Galvani e Volta), sia per via meccanica (gli automi, le bambole animate).
“Tale idea si riflette in letteratura: il “Frankenstein, or The modern Prometheus (Frankestein o il moderno Prometeo, 1818) di Mary Shelley è un ponte tra il gothic novel, in cui il fantastico e l’occulto contaminano di notturno la rappresentazione della realtà, e un nuovo atteggiamento che assegna alla scienza le potenzialità del meraviglioso…. inaugurando simbolicamente e concretamente il genere della fantascienza”. Che però si vuole scienza. “È un fantastico di tipo nuovo quello che si coagula nelle forme riconoscibili del romanzo di Mary Shelley e che emerge in modo diffuso nel primo scorcio dell’Ottocento. In Germania, in particolare, dalle macerie del romanticismo la tensione verso il meraviglioso emigra verso ciò che nella cultura dell’epoca possiede statuto di centralità rispetto ai movimenti anche convulsi che caratterizzano l’evolversi del secolo: la logica scientifica e le sue ricadute attraverso le innovazioni tecnologiche".
Un “processo di rivolgimenti e sussulti”. Nel quale “tuttavia, i vecchi dèi fanno fatica a morire. La creatura artificiale nel corso dell’Ottocento e per buona parte del Novecento viene rappresentata come inferiore all’umano. Proprio Frankenstein è un’epitome di questa tendenza: la Creatura è irrimediabilmente assegnata al rango di monstrum, pur in presenza di qualità intellettuali e morali che ne fanno per molti versi un uomo ideale”.
Ed ecco la differenza, la novità, che c’era già: “Ma si tratta dell’uomo ideale dell’Illuminismo, l’uomo‑macchina che nel proprio principio giustifica la possibilità di essere costruito e riprodotto come qualsiasi meccanismo automatico, e anzi portato a perfezione ben al di là di quelle che sono le caratteristiche umane". Una “prospettiva implicita nella celebre formulazione di La Mettrie, che retoricamente si chiede: «Occorre  altro  [...],  per  provare  che  l’uomo  non  è  che  un  animale, ossia un insieme di molle che si caricano tutte le une con le altre senza che  si  possa  dire  da  quale  punto  del  cerchio  umano  la  natura  abbia cominciato?». E continua: «Se queste molle differiscono fra loro non è che per la sede e per il grado di forza, e mai per la loro natura: e di conseguenza l’anima non è che un principio di movimento, o una parte materiale sensibile del cervello che si può, senza tema di errore, considerare come una molla…”
Ecco da che nascono le castronerie che offre Chatgpt: è una molla? Le scienze neurologiche non hanno progredito molto da La Mettrie - ora si aspettano molto, anche loro, dalla fisica quantistica....: il grande interrogativo rimane sempre la coscienza.
Una riflessione sulle “Notti fiorentine” di Heine, il poeta tedesco che si fece francese. In rete il saggio appare sotto titolo e sinossi in inglese. 
Alessandro Fambrini, di Seravezza, è ordinario di Letteratura tedesca a Pisa.   
Alessandro Fambrini, Simulacri imperfetti, corpi mortali e creature immortali
, ojs.unica.it, libero online

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