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martedì 16 luglio 2024

Ironia (irlandese) sugli irlandesi

Una parodia. Ma fondata - “politicamente scorretta”. In Irlanda, nel 1916, durante l’insurrezione anti-britannica, i nazionalisti cattolici prendono in ostaggio una bella inglese. Che per salvarsi insidierà la virtù (cattolica?) dei ribelli.
I valenti guerriglieri rapiscono, alla Fantozzi, l’impiegata delle Poste Gertie. Che però è bellissima. E, tenuta prigioniera in isolamento, tanto almanacca (flusso di coscienza), che trova la chiave per sopravvivere:  portare alla débauche uno dopo l’altro i carcereri, in attesa dell’arrivano i nostri.
Riproposto come “lo sberleffo di Queneau a Joyce”, è uno dei due testi “leggeri” che Queneau pubblicò a firma “Sally Mara”, negli anni 1947-1948. Un divertimento – ma la vena buffonesca era già del primissimo Queneau, vicino a Jarry. Con tutta l’Irlanda possibile, di maniera, questo è vero. Compresa naturalmente l’ironia - non si riflette molto a questo aspetto irlandese, quando si parla di scrittori irlandesi. Con il flusso di coscienza alla Molly Bloom, quindi Joyce, con Yeats venerabile, e con l’allora popolare Flann O’Brian, “At
  Swim-Two Birds” (“Una pinta d’inchiostro irlandese”). Se ne è fatto un film nel 1971, definito franco-italiano dalla produzione ma di fatto tutto francese, sceneggiatore lo stesso Queneau, non divertente. 
Raymond Queneau, Troppo buono con le donne
, Einaudi, pp. 182 € 18

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