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Ironia (irlandese) sugli irlandesi
Una parodia. Ma fondata - “politicamente scorretta”.
In Irlanda, nel 1916, durante l’insurrezione anti-britannica, i nazionalisti cattolici
prendono in ostaggio una bella inglese. Che per salvarsi insidierà la virtù
(cattolica?) dei ribelli.
I valenti guerriglieri rapiscono, alla Fantozzi,
l’impiegata delle Poste Gertie. Che però è bellissima. E, tenuta prigioniera in
isolamento, tanto almanacca (flusso di coscienza), che trova la chiave per sopravvivere:
portare alla débauche uno dopo l’altro i
carcereri, in attesa dell’arrivano i nostri.
Riproposto come “lo sberleffo di Queneau a Joyce”, è
uno dei due testi “leggeri” che Queneau pubblicò a firma “Sally Mara”, negli
anni 1947-1948. Un divertimento – ma la vena buffonesca era già del primissimo
Queneau, vicino a Jarry. Con tutta l’Irlanda possibile, di maniera, questo è
vero. Compresa naturalmente l’ironia - non si riflette molto a questo aspetto
irlandese, quando si parla di scrittori irlandesi. Con il flusso di coscienza
alla Molly Bloom, quindi Joyce, con Yeats venerabile, e con l’allora popolare Flann
O’Brian, “At Swim-Two Birds” (“Una pinta
d’inchiostro irlandese”). Se ne è fatto un film nel 1971, definito franco-italiano dalla produzione ma di fatto tutto francese, sceneggiatore lo stesso Queneau, non divertente.
Raymond Queneau, Troppo
buono con le donne, Einaudi, pp. 182 € 18
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