Cerca nel blog

lunedì 1 luglio 2024

La verità sull’Ucraina non si può dire

Carlo Rovelli, opinionista insigne al “Corriere della sera”, è duramente declassato oggi: niente prima, confinato alla p.43, e taglio basso, sotto un titolone sul festival “Passaggi” (“Assaggi”), una di quelle pagine che si “saltano” - buone per tenere su la pubblicità. Perché? Per due motivi, anzi per uno. In una riga dice che “le grandi potenze non tollerano missili nucleari troppo vicini”. E in un’altra che dice che “la cosiddetta rivoluzione di Maidan” in Ucraina nel 2014, è “giudicata diversamente da parti diverse”. Che sono cose che si sanno, ma non si devono dire? Per un motivo? Per un ordine? Di chi? Di che?
L’insigne fisico vuole dire che la guerra in Ucraina ha dei precedenti e dei motivi. E che la fine della guerra passa per l’Ucraina stessa, che l’ha cominciata.
E si è dimenticato il terzo punto – o l’articolo è stato tagliato, “per motivi di spazio”? Che l’Ucraina a un certo punto, sempre nel 2014, ha sconfessato gli Accordi di Minsk che aveva appena firmato, per l’intermediazione del presidente francese Hollande e della cancelliera Merkel, sull’autonomia “di tipo Alto Adige” per le regioni orientali (Donbass), a larga presenza russa.

Nessun commento: