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sabato 20 luglio 2024

Se Bartolini era Sigfrido

L’incisore, pittore e intellettuale pistoiese torna per una stagione in Versilia, dove passò un periodo fertile della sua formazione, giovane amico di Soffici, e quindi familiare di Carrà, Funi, Cicognani, Ugo Guidi, il cosiddetto Gruppo del Quarto Platano (ora defunto) del Forte dei Marmi. I quadri, pochi, della retrospettiva lo mostrano a oltranza: colori tenui, la pennellata lunga, soggetti muti.
La mostra è soprattutto provvida dei lavori di Bartolini incisore. Uno dei maggiori, se non il più significativo, incisore del Novecento. Con numerosissime tavole delle sue molteplici illustrazioni di “Pinocchio” - per un’edizione speciale lo provvide di ben 300 xilografie.
Artista irrequieto, dagli interessi molteplici, poco attento al mercato, Sigfrido Bartolini gode a Pistoia, la sua cttà, di una Casa-museo a lui specificamente dedicata. Che ne cura anche l’attività pubblicistica. E qui si vede perché il nome circola poco: S. Bartolini è un intellettuale molto presente, molto “impegnato”, nella seconda metà del Novecento, ma, pervicacemente, nell’area sbagliata. Nell’area culturale cosiddetta perdente, a partire dal “Borghese” di Longanesi, in rapporto privilegiato, testimoniato anche dai numerosi epistolari che ha curato, con Evola, Volpe, Gabriel Marcel, Vintila Horia, et al. Una posizione politica che si collega anche al rifiuto polemico dell’“arte moderna”, Sigfrido di nome e di fatto, che quindi lo ha a lungo escluso dalle gallerie e dal mercato.
Clara Mallegni-Simonetta Bartolini (a cura di), Sigfrido Bartolini. Una retrospettiva, Massa, “MUG2” (Museo Ugo Guidi 2)

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