venerdì 12 luglio 2024

Vecchia vera Italia

Nel 1940-41, nel pieno di una guerra oltraggiosa, di un regime sofferto, Calamandrei si concede una vacanza mentale. Cioè torna ai fondamentali: la vita, il linguaggio (la letteratura, la poesia), la natura. Questa soprattutto, che lui vive, in questo frangente storico, con abbandono. In una casa di campagna che in realtà è la sua casa al mare, al Poveromo di Marina di Massa, vicino di casa di moltri altri personaggi. Savinio, Longhi, et al. Sotto le Apuane, a portata di passeggiata – e saranno la parte centrale, forse la più evocativa tra le tante, del Calamandrei cercatore provetto di funghi. E per Natale 1941 invia agli amici questo libro, di cui ha fatto stampare 300 copie, a uso solo personale, dall’editore Lemonnnier, con le illustrazioni di Pietro Parigi – “discusse minuziosamente con l’autore”, annota nella presentazione Silvia Calamandrei.
Un capolavoro nascosto. Di forte letteratura – linguaggio – benché di giurista. Di studiatissima naturalezza, e avvincente, benché di argomenti poveri. Il ricordo del padre. Del padre col figlio. Del nonno, giudice istruttore, con cui l’autore fa tutto e impara tutto, dalle aste alla rifioritura del cappero (provarsi!), o alla smielatura, con l’eccidio delle api – e l’“acqua melata”. Di Montauto e di Montepulcano. Delle prime avventure solitarie, fuori casa, fuori paese. Dei fiori e le piante. La vita bella e infelice delle farfalle, lunghi capitoli, Col trionfo finale dei funghi: la sveglia all’alba, il bosco, i “posti”, e la vita e la società dei funghi - i lunghi capitoli finali si leggono come un’odissea, altrettanto pieni di piccole e grandi sorprese. La maggiore, e quella che definisce l’opera, la sensibilità di Calamandrei? I funghi sono vegetali e animali, con una loro fisionomia, mobile, alla maniera delle forme ibride marine, da cui la vita si è messa in movimento, le meduse, le stelle di mare, i coralli….
Una lettura semplice, di cose minute, e invece avvincente: il severo giurista fa rivivere l’infanzia, “il dolce tempo della libertà”, in un tempo senza tempo, in luoghi estremamente caratterizzati che sanno di ovunque - si legge come se si fosse cullati.
La narrazione si vuole ed è giocosa anche se l’occasione è mesta. I ricordi fluiscono vivaci, sereni, copme da bambino emergono le figurine delle decalcomanie: “Tali ancor oggi, fatti di tinte pure che si infiammano contro luce, mi appaioono i ricordi dell’infanzia”. Ciò avviene nell’“ambiguo tempo fra i quaranta e i cinquant’anni, in cui ci si accorge che la nostra tribù comincia a fare i preparativi per la partenza”. Nella “stagione degli addii”, che Calamandrei vuole “tempestosa”, fra le speranze della gioventù e la rassegnazione della vecchiaia”. Che sono poi le stagioni della vita: “Ieri sono partiti i nostri genitori verso la morte, domani partitanno i nostri figliuoli verso la loro vita”. Ma è un passaggio che è anche “un incantesimo”: “Ci accorgiamo che la gioventù è finita quando si è spenta in noi questa seconda vista infantile che nella labile parvenza delle cose riesce a secernere la convincente ed eterna verità delle cose sognte”.
Con una terminologia sempre precisa. Anche desueta. Parole ricorrono che si pensano locali, campanilistiche, da veglie di Neri, e invece hanno dignità di Crusca, per essere o dire cose precise - il lessico s’impoverisce più che arricchirsi?
Un’opera salvata da Christophe Carraud, il petrarchista francese, che prima l’ha tradotta una dozzina d’anni fa per le sue edizioni Conférence, e poi è riuscito a farla riprendere in originale. Con una messa in qadro di Silvia Calamandrei, la nipote di Piero – figlia di Franco Calamandrei. “In quest’opera la patria trova la sua lingua”, può annotare Carraud, senza ostentazioni polemiche, la sua vera natura. Come Iris Origo accennava nella lettera di ringraziamento: il fatto o l’idea che “in certe forme di letteratura la lingua faccia parte del paesaggio che descrive”. Qui modesta, diretta, veritiera. 
Piero Calamandrei,
Inventario della casa di campagna, Edizioni di Storia e Letteratura, pp. 293, ill. € 18

Nessun commento:

Posta un commento