Viva l’uninominale secco – f.to trasformismo
Giovedì la Gran Bretagna ha votato,
venerdì c’era già il governo. Meraviglia, plausi, compiacimenti, “questa sì che
è democrazia”,”rispettato il voto degli elettori”, “pragmatismo ed efficienza”.
Efficiente il governo inglese non è, non
molto. Ed è anche vero che con il 34 per cento dei voti si può ottenere – il laburista
Starmer ha ottenuto – il 65 per cento dei seggi. Ma allora: il collegio elettorale
uninominale secco (chi ottiene pù voti è eletto, anche col 25 o 20 per cento, e
senza recuperi, regionali o nazionali) è un bene? E perché avere un partito che
vince le elezioni, con un primo ministro designato in anticipo, non sarebbe un
bene? Ed è un bene che un partito come l’estrema destra di Farage abbia solo
cinque seggi, pur essendo stato il terzo partito per numero totale di suffragi?
Ha votato solo il 50 per cento, il 7,5 per
cento in meno che nel 2020. Starmer ha ottenuto 412 seggi su 650 aumentando i
voti rispetto al 2020 di appena l’1,6 per cento, di niente. I conservatori hanno
avuto 121 deputati con il 23,7 per cento dei voti. I LiberaralDemocratici hanno
avuto 72 deputati con il 12,2 per cento dei voti. L’estrema destra di Farage
solo 5 con il l4 per cento.
È giusto? È ingiusto? È un sistema
elettorale, navigato, non contestato, come tutte regole del gioco. Da noi si
chiama fascista il premierato, che un partito vada alle elezioni con un programma
e un indizio di governo. Oltre Manica si vota per avere un governo. In Italia
la governabilità è odiatissima. Le elezioni sono per boiardi, piccoli, anche piccolissimi
– anche non corrotti. Non più solo fra democristiani, che si litigavano per
programma (come tuttora usa fra Renzi, Calenda, Letta, Franceschini, etc.).
In Gran Bretagna si premia il governo
invece del trasformismo. È più democratico il trasformismo – il parlamentare è
solo con la sua coscienza, e con gli “elettori che rappresenta”? Ma la coscienza
non c’entra, il trasformismo è solo opportunismo.
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