sabato 6 luglio 2024

Viva l’uninominale secco – f.to trasformismo

Giovedì la Gran Bretagna ha votato, venerdì c’era già il governo. Meraviglia, plausi, compiacimenti, “questa sì che è democrazia”,”rispettato il voto degli elettori”, “pragmatismo ed efficienza”.
Efficiente il governo inglese non è, non molto. Ed è anche vero che con il 34 per cento dei voti si può ottenere – il laburista Starmer ha ottenuto – il 65 per cento dei seggi. Ma allora: il collegio elettorale uninominale secco (chi ottiene pù voti è eletto, anche col 25 o 20 per cento, e senza recuperi, regionali o nazionali) è un bene? E perché avere un partito che vince le elezioni, con un primo ministro designato in anticipo, non sarebbe un bene? Ed è un bene che un partito come l’estrema destra di Farage abbia solo cinque seggi, pur essendo stato il terzo partito per numero totale di suffragi?
Ha votato solo il 50 per cento, il 7,5 per cento in meno che nel 2020. Starmer ha ottenuto 412 seggi su 650 aumentando i voti rispetto al 2020 di appena l’1,6 per cento, di niente. I conservatori hanno avuto 121 deputati con il 23,7 per cento dei voti. I LiberaralDemocratici hanno avuto 72 deputati con il 12,2 per cento dei voti. L’estrema destra di Farage solo 5 con il l4 per cento.
È giusto? È ingiusto? È un sistema elettorale, navigato, non contestato, come tutte regole del gioco. Da noi si chiama fascista il premierato, che un partito vada alle elezioni con un programma e un indizio di governo. Oltre Manica si vota per avere un governo. In Italia la governabilità è odiatissima. Le elezioni sono per boiardi, piccoli, anche piccolissimi – anche non corrotti. Non più solo fra democristiani, che si litigavano per programma (come tuttora usa fra Renzi, Calenda, Letta, Franceschini, etc.).
In Gran Bretagna si premia il governo invece del trasformismo. È più democratico il trasformismo – il parlamentare è solo con la sua coscienza, e con gli “elettori che rappresenta”? Ma la coscienza non c’entra, il trasformismo è solo opportunismo.

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