Giuseppe Leuzzi
Preliminare ai bandi per le
concession balneari è la mappatura degli arenili disponibili. Una legge del
1922 regolamenta la mappatura. Che è stata effettuata a livello nazionale
invece che regionale, come si saprebbe dovuto fare perché la legge intanto è cambiata–
gli arenili sono materia regionale, in base alle riforme Bassanini anni 1990.
C’è un perché? Sì, nella mappatura nazionale il Veneto, o la Liguria, potrà variare i coefficienti di
“scarsità” utilizzando nel calcolo gli spazi dei litorali del Sud meno turistici. Siamo fratelli, ma alcuni sono
più vispi.
“D’ora
in avanti tirerò fuori i numeri ufficiali che dicono come vengono spese le
risorse dello Stato dalle Regioni. Perché il punto è tutto lì”. Il ministro
Calderoli non è simpatico, ma su questo ha ragione, il punto è proprio lì.
Il Trentino, zona depressa, si è rilanciato, oltre che con la pulizia veneta, il rispetto del territorio (insomma) e il turismo, con i pometi o meleti. Che si è rifatti con i soldi dello Stato sicuramente due volte, forse tre, avendo sbagliato cespi o colture. Ma è ora una delle aree più prospere d’Europa, se non la più prospera – così dicono i tedeschi, invidiosi degli stadi per hockey in legno, piscine coperte, palestre, case della cultura. La Sicilia, un giardino, sta ancora a cercare l’acqua. Eppure di risorse ne ha avute dallo Stato, più del Trentino, anche pro capite.
Estesi
i controlli a tutta Italia si è scoperto che caporalato e lavoro immigrato a un
euro l’ora, con baraccamenti connessi, sono diffusi in tutta Italia. Cosa che
tutti sanno, ma non si dice. Si dice, si diceva, solo di Rosarno, oh, lo
scandalo! Cambia qualcosa? Sì, moltissimo: è buttare la spazzatura tutta al
Sud. È anche coercere l’autostima dei meridionali.
Pitagora über alles
“Quando
ho studiato e ero già scrittore ho pensato che molte frasi che si ritengono
essere dei Vangeli sono invece del pensiero di Pitagora”. In una lunga meditata
intervista, nel 2009, con l’allora direttore del “Quotidiano di Calabria”
Matteo Cosenza, che si è rieditata il 14 per il centenario
della nascita (“La mia età? Tremila anni di Calabria”), lo scrittore Saverio
Strati si diffonde sulla sua recente esperienza e riflessione da “filosofo”. Da
Scandicci, case giardino di periferia costruite a Firenze negli anni 1970 per
l’immigrazione calabrese professionale (insegnanti,
infermieri, medici, tecnici), dove viveva con qualche problema i suoi ultimi
giorni, il mondo centrava sulla “sua” particolare Calabria. Qualche parallelo
più su di Sant’Agata del Bianco, il paesino dove era nato e cresciuto: a Crotone,
con Pitagora. In un’argomentazione sicuramente eccessiva, ma piena di buoni,
enormi, spunti, partendo dal presupposto che il nostro mondo – la filosofia, l’Europa,
l’Occidente - è nato con Pitagora
“Quando io stavo in mezzo a
loro”, in Calabria, nella locride, “ho visto che i contadini avevano pensieri altissimi
senza rendersene conto….. La filosofia è nata in Calabria, con Pitagora che si
fermò a Crotone, il luogo giusto dove poteva esprimersi. Il pitagorismo è stato
diffuso molto ai suoi tempi, anche quando ci furono la rovina della Magna Grecia
e l’arrivo dei romani, che erano barbari come gli americani di oggi. A Crotone
sotto Pitagora c’era una grande università., la parola filosofia nasce lì. E
c’erano dei medici straordinari che avevano già sezionato l’occhio e
l’orecchio. Penso ad Alcmeone.
“Un altro medico, che fu prigioniero
di Dario, riuscì a curare la moglie di Dario di tumore, la operò e la salvò.
“Sotto Pitagora c’era lo studio
dellamusica, la medicina a questi livelli, la matematica, e poi il suo pensiero.
Pitagora, i cui testi erano custoditi segretamente da Filolao, un crotoniate
suo discepolo, e da Timeo di Locri, è in assoluto il primo che dice che al centro
dell’univevrso sta ilsole e non la terra. E quando Platone lascia Siracusa per
andare a Taranto si ferma a Locri, dove incontra, secondo me, Timeo, ci parla,
se ne serve e scrive il suo grande dialogo.
“Perché grande?”, chiede
l’intervistatore, Matteo Cosenza, il direttore allora del “Giornale”. “Perché
c’è l’anima intellettiva, l’anima sensitiva e l’anima generativa. Questo è
Freud. Pitagora lo anticipa in quanto dialogo di Platone. Filolao vende per
poche mine i testi, che vanno a finire nelle mani di Platone e poi in quelle di
Aristotele, per cui da Pitagora si aprono due correnti di pensiero: quella del
mondo delle idee di Platone e quella del mondo che pensava a se stesso di
Aristotele. Quindi Platone e Aristotele discendono da Pitagora, e questi
anticipa il cristianesimo”.
Un po’ complottista, ma nella giusta misura – si
copiava molto, non c’era il copyright.
A obiezione Strati poi risponde “spartano”:
“Licurgo di Sparta i menomati non li vuole, li butta dalla rupe. E qui siamo a Hitler. I pitagorici
accumulavano tutto e ognuno poi se ne serviva secondo i suoi bisogni, e questo
è il comunismo”.
Saverio Strati santo subito
Sant’Agata del Bianco, dove
è nato Saverio Strati, respinge un finanziamento di 250 mila euro della Regione
Calabria per le celebrazioni del centenario della nascita dello scrittore.
“Faremo da soli”, proclama il sindaco. Ne voleva 500 mila.
Sant’Agata è un paesino di
qualche centinaio di persone. Alcune peraltro residenti ma non abitanti.
Nell’entroterra jonico.
Mezzo
milione di euro, per intendersi, è quanto lo Stato ha stanziato per Taurianova
capitale del libro, in
mezzo ai mormorii di mezza Italia. Serve, dovrebbe servire, per un paio di
tavole rotonde
su Strati – peraltro già onorato, gratis, dai giovani del paese con vivaci
murales dei suoi personaggi.
Su uno scrittore di lungo corso, debuttante giovane col patrocinio di Giacomo Debenedetti,
ma morto nella disattenzione. Indigente, si disse, tra proposte e promesse di
legge Bacchelli,
quella che sovviene agli artisti impecuni. Che forse fu diceria di amici
poco avveduti per rilanciarne
il nome – Strati viveva in famiglia, con la moglie accudente, aveva almeno un
figlio, e nipoti
che frequentavano la sua casa, in una cittadina, Scandicci, alle porte di
Firenze, ben costruita e
servita.
Poi il
sindaco e il presidente della Regione Calabria Occhiuto si sono accordati, il
mezzo milione ci sarà. I soldi
non mancano, dunque, in Calabria. Ma il senso del denaro, quello sì – nei nuovi
ceti.
Cronache della differenza:
Sicilia
Scrivendo a Sciascia il 10
novembre 1965, sull’entusiasmo per la lettura del dattiloscritto di “A ciascuo
il suo”, Calvino ha la nota afferamzione che “vi viene dimosrata
l’impossibiltià del romanzo giallo nell’ambiente siciliano”. E dove allora, c’è
più giallo della Sicilia?
“Sto per consegnare a
Laterza un’antologia sul «notabile» siciliano”, scrive Sciascia a Calvino il 7
settembre 1961. Poi evidentemente non ne ha fatto nulla – non si ritrovano neanche
i materiali per la progettata antologia. Il notabile, una figura insidiosa. Per
uno scrittore.
Spiritoso come sempre ma
cattivello Ipolito Ninevo, trentenne colonnello garibaldino, Intendente di
Palermo, nelle lettere dalla Sicilia (“Lettere garibaldine”): “I Siciliani sono
tutti femmine; hanno la passione del tumulto e della comparsa; e i disagi e i pericoli
li trovano assai meno pronti delle parate e delle feste”. Come dirli paurosi e
vigliacchi.
Resta
ignota ai più la più vera, comunque spericolata, resistente all’occupazione nazista,
Maria Ciofalo, di Santo Stefano di Camastra, che pure ha vissuto a lungo nel
dopoguerra, fino ai 96 anni. Entrata in clandestinità a Napoli nel 1943, dove
lavorava al Comune, per non fornire dei documenti richiesti agli uffici dagli occupanti
tedeschi. E subito in azione, già il 30 settembre, col lancio di bombe a mano
contro un posto di blocco. Bilingue, avendo vissuto la prima infanzia a New
York, per poi tornare a quindici anni in Sicilia, fu presa in carico dal
servizio segreto inglese, che l’addestrò agli sbarchi, marittimi e
paracadutati, e poi al comando di Bari come liaison con i partigiani del
padovano e del vicentino.
Presentando
la corrispondenza fra Calvino e Sciascia, Mario Barenghi nota che a un certo punto
l’ultima lettera di Calvino, datata 26 maggio 1981, contiene un invito a pranzo
o a cena, nella casa di piazza Campo Marzio a Roma. “Quell’incontro avvenne”,
scrive. E aggiunge: “Ricordo di aver sentito Chichita Calvino parlare di una
cena in cui la colpì il fatto che la
moglie di Sciascia non profferisse quasi parola”. È possibile, anzi probabile, il
siciliano chiacchierone sa essere mutangolo. Chichita non era il tipo da
suscitare simpatia in Maria Andronico? Che invece aveva il culto di Calvino. E
allora – Barenghi non si chiede? La lettera dell’invito è l’ultima perché la
rottura di vent’anni di amicizia stretta sull’affare Moro non si ricompone.
Quando
uscì “Il contesto”, nel 1972, che fece sbandare la critica, Maria Andronico confessava,
nell’unica intervista che le fu richiesta (per la serie di Grazia Livi “Gli
scrittori a casa loro”), sul “Corriere della sera” del 13 aprile: “Anche questa
volta ho aspettato la lettera di Calvino con grandissima emozione!”. Per i
tanti problemi che Calvino sollevava, poco umoristico e molto cattivo, sul
“Contesto”, seppure con un giudizio aperto. Lei e Calvino erano i primi lettori
dei nuovi racconti di Sciascia, dice. E conlude: “Il giudizio di Calvino mi ha molto
confortata, somigliava al mio”.
Dialettismo,
o dialettesimo: si è inventato un neologismo per la lingua di Camilleri montalbaniano
– diverso dai romanzi “storici” o dai racconti seri (anche da quelli “di
costume”, un po’ sexy). Il dialetto è altra cosa, è una lingua: quella
di Camilleri, già nominato, vigatese, che non si può dire una parodia, si definisce una lingua
personale, dialettizzante.
Camilleri
scherzoso è molto studiato filologicamente. Una serie di “Quaderni” è già al n.
22. E l’ultimo avvia una ricerca sulla lingua montalbaniana. Si direbbe una
Sicilia (quasi) teutonica.
Carlo
Dalla Chiesa nipote del generale ha inventato con un gruppo di amici e gestisce
una catena di alberghi molto social, con ristorante e bar aperti ai non
clienti, e attività-eventi culturali. È dappertutto, ben accolto – chi
si oppone a un albergo?: a Milano, Firenze, Napoli, eccetera. Ma a Palermo apre
con qualche difficoltà: “Con il poprietario della struttura palermitana (Dalla
Chiesa non costruisce ex novo,per evitare il”consumo del territorio”,
riadatta vecchi stabili) mi sono dato la mano che non avevo ancora figli”,
confida al “Corriere della sera”, “adesso ne ho quattro… Ci sono stati due
ricorsi al Tar, uno al Consiglio di Stato”.
Forse è per questo che la Sicilia non è più ricca di Milano, e anzi (molto) più povera.
Questo
Dalla Chiesa, palermitano di nascita, è e si ritiene milanese: “Io non ho ma
vissuto a Palermo anche se ci sono nato e se tutta la famiglia di mia madre e
parte di quella di mio padre sono di Palermo”.
Spiegando
l’apertura del suo primo Ostello Bello a Milano Dalla Chiesa ricorda così il primo
cliente, un signore che di passaggio aveva domandato a una signorina sulla
porta se c’era posto: “Un signore siciliano che eravamo convinti fosse un
poliziotto in borghese o un agente della Digos”.
Il
siciliano a Milano è sbirro – magari al palazzo di Giustizia – quando non è
mafioso?
Si può dire che abbia
“conquistato” i famosi viaggiatori che ne hanno creato il culto, i quali partivano
come per un viaggio in terra incognita. Goethe, il più famoso dei celebratori,
scriveva a un corrispondente mentre organizzava il viaggio: “La Sicilia è per me
un preannuncio dell’Asia e dell’Africa”. E Stendhal, come ricorda Attanasio
Mozzillo in “Stendhal au bout d’Italie”, sempre a un amico: “…. Questa parte
dell’Africa che si chiama la Sicilia”. Da obliterare la fede nella letteratura.
Stendhal, che alla fine ci
ha passato ben sessanta giorni nel 1828, poi ne parlerà ripetutamente, in
“Passeggiata a Roma”, “Roma-Napoli-Firenze”, “Vita di Rossini”, “La duchessa di
Paliano”.
Tallona la Toscana per numero di b&b, non si può dire che sia fuori
mercato. La Toscana, tre milioni e mezzo di persone, ha di gran lunga il
record, il 12,9 di tutti i b&b italiani censiti a giugno. La Sicilia viene
seconda, con l’11,4, ma su sei milioni di residenti – più comunque della Lombardia, 10 milioni di
abitanti, e 11,1 per cento di tutti i b&b italiani.
leuzzi@antiit.eu
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