Con la logica, contro la metafisica
Di
misticismo ce n’è poco, giusto una rilettura di Eraclito, abbondante. Col Platone
della caverna. Di Eraclito
postulando “la vera unione del mistico e dell’uomo di scienza, la più alta
vetta, così penso, cui si possa attingere nel mondo del pensiero”. Ma sulla premessa:
“Non so niente della realtà o dell’irrealtà del mondo mistico”.
Ne
sa però abbastanza per concludere, in apertura, che “tale visione (mistica, n.d.r.),
non dimostrata e non appoggiata da prove, è insufficiente come garanzia di
verità, a dispetto del fatto che molte delle verità più importanti vengano
suggerite per la prima volta per suo mezzo”. La mistica insomma di tutti e
ognuno, come intuizione, immaginazione, parto di ipotesi. Lo scienziato invece
è un po’ diverso da come si vuole: è un visionario, uno illuminato da una
scintilla, una folgore, l’ipotesi –
prima di affrontare il ragionamento, le deduzioni e le controdeduzioni.
È
il primo saggio, questo del titolo, 1914.
Di un Russell già quarantenne, e autorevole – la raccolta fa un secolo di
vita.
Più
pertinenti, attinenti agli interessi etici e scientifici e alla personalità di
Russell, eminente uomo pubblico ancora per un ventennio nel dopoguerra, gli altri
saggi, sulla matematica, la matematica e la metafisica, il concetto di causa, la
fisica e la materia, E “sul metodo scientifico in filosofia”, che si direbbe
non c’entri nulla e invece è ottima pedagogia, l’autoanalisi. Sulla premessa:
la filosofia scientifica non c’è, ma la logica vi ha buone pretese, certamente
superiori a quelle della metafisica che hanno irreggimentato a lungo il
pensiero, ma non possono non essere mosse da premesse etiche, risultando di
ostacolo al “progresso della filosofia”, del pensiero. Meglio la logica – Russell
è un principe dei logici – della metafisica, il dibattito di un secolo fa.
Bertrand Russell, Misticismo e logica, “Corriere della sera”, pp, 195 € 8,90
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