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Dove si nasconde Nabokov in "Lolita"
Il racconto
è uno dei pezzi che confluirono nel primo abbozzo di memorie di Nabokov,
“Parla, ricordo”, nel 1949. “Lolita” uscirà, tra mille difficoltà editoriali,
nel 1955. La rivista propone un raccordo fra “Tamara” e “Lolita”.
“Tamara" è il racconto di un primo
amore, di Nabokov sedicenne, con la quindicenne Valentina Shul'gina – non il
primo amore, quello fu di “Colette” (un racconto ora intitolato “Primo amore”),
con la famiglia in vacanza a Biarritz, altra storia originariamente di “Parla,
ricordo”. Un primo amore come ricordato da Nabokov adulto: “Parla, ricordo” è
giocato sui problemi della memoria – dei ricordi, e delle dimenticanze, delle
ricostruzioni, dell’inattendibilità, anche, del ricordo a distanza, di eventi fanciulleschi
o adolescenziali da parte di un adulto, navigato, attento e distratto. Ma un
racconto, scrive il “New Yorker”, che ha “tutto di Nabokov”. E di “Lolita”.
Il romanzo per la verità non ha
nulla a che fare con il racconto: è il
rapimento di una dodicenne da parte di un pedofilo e le molestie a lei
inflitte. Ma molti aspetti sono comuni. Dalla prima pagina: “L’apertura del
romanzo – una delle più indimenticabili della letteratura del Novecento – rivisita
la prima infatuazione sessuale dell’anti-eroe da adolescente, con una «ragazza
bambina» approssimativamente della sua età”.
“Nel
1949, mentre lavorava a «Lolita», Nabokov ha pubblicato sul «New Yorker» il racconto
«Tamara». Come nel romanzo che seguì, il narratore è un europeo di età media, e
il personaggio del titolo come una ragazza – quindicenne, in questo caso – che
è ricordata come un oggetto formativo di desiderio durante la sua adolescenza. (Entrambi i racconti inoltre cominciano con
insistenza accentuata sul nome del personaggio femminile). Come in «Lolita», il
tempo e la circostanza bloccano la ricerca della ragazza da parte del
protagonista, e il racconto evolve verso l’esplorazione, in parte, della
memoria, il sentimento, la prospettiva”.
Poi
Nabokov sarà soggetto a molti scrutini per trovare in “Lolita” un segno
autobiografico. “In «Tamara» la distanza tra narratore e personaggio appare più
piccola. Il narratore è descritto come un uomo con un passato molto simile a
quello di Nabokov: una famiglia russa aristocratica; le peregrinazioni sotto i
Bolscevichi; una fuga affrettata dalla Crimea, su una nave greca verso la Turchia. Era «Tamara» una sorta di abbozzo
approssimativo? Il racconto è autonomo. Ma Nabokov ne fa un esercizio sulla
labilità della memoria”.
Vladimir Nabokov, Tamara, “The New Yorker”,
free online
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