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martedì 20 agosto 2024

Dove si nasconde Nabokov in "Lolita"

Il racconto è uno dei pezzi che confluirono nel primo abbozzo di memorie di Nabokov, “Parla, ricordo”, nel 1949. “Lolita” uscirà, tra mille difficoltà editoriali, nel 1955. La rivista propone un raccordo fra “Tamara” e “Lolita”.
“Tamara" è il racconto di un primo amore, di Nabokov sedicenne, con la quindicenne Valentina Shul'gina – non il primo amore, quello fu di “Colette” (un racconto ora intitolato “Primo amore”), con la famiglia in vacanza a Biarritz, altra storia originariamente di “Parla, ricordo”. Un primo amore come ricordato da Nabokov adulto: “Parla, ricordo” è giocato sui problemi della memoria – dei ricordi, e delle dimenticanze, delle ricostruzioni, dell’inattendibilità, anche, del ricordo a distanza, di eventi fanciulleschi o adolescenziali da parte di un adulto, navigato, attento e distratto. Ma un racconto, scrive il “New Yorker”, che ha “tutto di Nabokov”. E di “Lolita”.
Il romanzo per la verità non ha nulla a che fare con il racconto:  è il rapimento di una dodicenne da parte di un pedofilo e le molestie a lei inflitte. Ma molti aspetti sono comuni. Dalla prima pagina: “L’apertura del romanzo – una delle più indimenticabili della letteratura del Novecento – rivisita la prima infatuazione sessuale dell’anti-eroe da adolescente, con una «ragazza bambina» approssimativamente della sua età”.
“Nel 1949, mentre lavorava a «Lolita», Nabokov ha pubblicato sul «New Yorker» il racconto «Tamara». Come nel romanzo che seguì, il narratore è un europeo di età media, e il personaggio del titolo come una ragazza – quindicenne, in questo caso – che è ricordata come un oggetto formativo di desiderio durante la sua adolescenza.  (Entrambi i racconti inoltre cominciano con insistenza accentuata sul nome del personaggio femminile). Come in «Lolita», il tempo e la circostanza bloccano la ricerca della ragazza da parte del protagonista, e il racconto evolve verso l’esplorazione, in parte, della memoria, il sentimento, la prospettiva”.
Poi Nabokov sarà soggetto a molti scrutini per trovare in “Lolita” un segno autobiografico. “In «Tamara» la distanza tra narratore e personaggio appare più piccola. Il narratore è descritto come un uomo con un passato molto simile a quello di Nabokov: una famiglia russa aristocratica; le peregrinazioni sotto i Bolscevichi; una fuga affrettata dalla Crimea, su una nave greca verso la Turchia.  Era «Tamara» una sorta di abbozzo approssimativo? Il racconto è autonomo. Ma Nabokov ne fa un esercizio sulla labilità della memoria”.
Vladimir Nabokov, Tamara, “The New Yorker”, free online

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