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Il suicidio assistito dell’Europa
Non c’è più religione. Non ci può essere più una
religione del Padre e del Figlio: “Non può sussistere una religione fondata
sull’importanza del «Figlio» laddove la procreazione è considerata un fatto
personale e gravoso e la società provvede gratuitamente ai numerosissimi
aborti”. In n’epoca di islamismo invadente, da un trentennio con
stragi a ripetizione.
Un pamphlet
violento, in forma di riflessione antropologica, che parte dal “politicamente
corretto” – con cui gli Stati Uniti “correggono” il mondo, argomentava l’illustre
antropologa dieci anni fa, poco prima di morire, novantunenne. “Il
«politicamente corretto» costituisce la forma pù radicale di «lavaggio del
cervello» che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi”. Attraverrso
il cinema, che è l’opera degli americani, il loro melodramma.
“L’Era posteuropea, Era della Bruttezza”, la riflessione
forse più azzardata, ma anche convincente, è un saggio seminale
sull’imperialismo americano. Soprattutto ora che è in una delle sue pieghe più
conturbanti, l’insorgenza dell’Asia, che era già quindici anni fa nei numeri.
La critica radicale dell’America è piena di verità: dal western
all’imperialismo e allo stato di guerra permanente.
Un epicedio, vigoroso, polemico, sull’alitante
Occidente, specie in Europa. Che apre la strada a molte altre trattazioni in tema. E che l’antropologa rileva evidente: “Quasi tutti in
Occidente, e in particolar modo in Europa, percepsicono un disagio, un vuoto,
cui non sanno dare un nome: un vuoto che li esaspera spingendoli a consumare:
cibi, mode, parole, tempo, valori, droghe, sesso, vita”. Il segnale della
disgregazione è la “rinuncia” (67): “Rinuncia a estendere i propri valori, la
propria religione, la propria lingua, la propria cultura” – “un atteggiamento
che caratterizza le culture etnologiche”, moribonde o morte. L’Occidente come
una di quelle culture “vive da morte”, su cui l’antropologia si è crogiolata,
dei primitivi, gli isolati, i sopravvissuti. Col conforto a un certo punto di
Gottfried Benn: “Crisi espressive e attacchi d’erotismo: questo è l’uomo
d’oggi, l’interno di un vuoto” – ma Benn poetava un secolo, quasi, prima.
Compongono il volume una serie di discorsi come
vengono. Dell’Europa invasa, assorbita, asservita dai mussulmani: il “Corano,
essendo «sacro
, deve essere osservato integralmente”. O della
tabuizzazione del femminile: “la morte è donna, come tutti i popoli hanno
sempre «saputo»”. Anche la dannazione lo è: “Per i padri della Chiesa”,
sant’Agostino incluso, anzi soprattutto a partire da lui, “è «donna» anche la
dannazione,mors secuda”.
Violentissima contro “l’Antico Testamento, e di conseguenza il Corano”, che
obbligano i propri devoti a combattere e distruggere gli infedeli, i nemici di Dio” – e la Chiesa,
che ha tradito Cristo. alla lettera e impregnerà di sé l’ambiente europeo,
cacellando qualsiasi traccia del nostro”.
Vecchio Testamento e ebraismo sono letti
dall’interno, con esiti convincenti – “la Legge del sacro per gli ebrei è
l’unica valida”. Ma con derive spigolose. Specie contro l’omosessualtà,
l’argomentazione più spinosa. Anche se l’attacca non quale condizione di vita,
ma come ideologia. Finendo per imputarla a un imprecisato ebraismo. Partendo
dall’anamnesi del Vecchio Testamento, che pure conduce a lungo magistralmente,
contro le frasi fatte e i luoghi comuni: “C’è un’omosessualità implicita nella
cultura ebraica, quela vissuta mentalmente, affettivamente, simbolicamente con
la mascolinità di Dio”
Gesù “romano”, inziatore suggeritore della religione
da fondare a Roma, il capitolo più controvertible, è anche il meglio
argomentato. Partendo dalla rilettura radicale del Vangelo, e della figura di
Gesù, dai Vangeli, e dal contesto che i Vangeli non rappresentano ma è ben noto
storicamente. Dentro l’ebraismo che è invece religione dell’Attesa. L’approccio
non è persuasivo: “La presenza dei tratti culturali romani nelle parole e nel
comportamento di Gesù sono evidenti, così come è evidente che le scelte dei
primi discepoli sono tutte indirizzate alla conquista del mondo romano”. Le
parole, e i comportamenti, le ricostruzioni, sono di epoca successiva a Gesù,
di amanuensi comunque interni all’area romana, anche se scrittori in aramaico o
in greco. E tuttavia la tesi che sia stato lo stesso Gesù a indirizzare Pietro
a Roma è congruente – anche se non c’è traccia di Chiesa nei vangeli: “Le
decisioni che sono state prese dopo la morte di Gesù dovevano essere state per
forza ideate, programmate e spiegate ai discepoli da lui. Soltanto la sua
intelligenza ne poteva essere capace. Era un progetto geniale e grandioso”.
Gesù è un mistero, ma logico: chiude con l’ebraismo,
o religione dell’Attesa. E giù, di nuovo, con l’anti-ebraismo. Si è scavato
molto e non si è trovata traccia di Gesù. Ma come di nessun manufatto ebraico
di quell’epoca, sinagoghe, sinedri, e “il motivo è uno solo”: “Gli Ebrei non
fabbricavano nulla”. Anzi: “Gli Ebrei vivevano ancora nel I secolo d.C. in
forma primitiva: qualche mattone di argilla, qualche brocca per l’acqua,
qualche strumento o contenitore di legno, qualche pugnale o coltello, qualche
rete di corda per la pesca e poco altro”.
Da ultimo, preveggente?, il problema russo, “La
Russia riflesso d’Occidente”, l’ultima parte della raccolta: “La Russia fra
Oriente e Occidente” e “«La Russia non s’intende con il senno»” -.del poeta
Tjutcev. Con l’ovvia constatazione che i campi di concentramento e lo sterminio
Hitler li a presi da Stalin e non dai
rìturchi in Armenia. E tuttavia la Russia quasi come speranza, la Russia che
potrebbe essere la seconda Europa, quando la prima sarà “africanizzata” – che
per Magli è sinonimo di “islamizzata”, non un fatto di colorazione.
Magli ha applicato il metodo della ricerca sul campo
(i “primitivi”) alla cultura occidentale. Questo pamphlet si può dire un cascame del “Viaggio intorno all’uomo
bianco”, la sua ricerca più nota. Classificata a lungo cattolica, per aver
realizzato una lettura antropologica dei Vangeli. Ma ha anche individuato nell’
Antico Testamento e nella teologia le fonti precipue del lessico e le
figurazioni del maschilismo dominante, forme in uso anche tra i non credenti.
Qui,
nella sua ultima fase, più polemica, alterna argomenazioni di diverso spessore,
incline al complottismo. “Il terribile anno 2011, caratterizzato dall’azione
eversiva del Potere”, è quello del governo Monti. In una con la nomma di Draghi
alla Banca centale europea, “il primo atto dell’attacco finale alla nazione
Itala da parte dell’Europa per
eliminarla come Stato, lasciandone soltanto le apparenze”. Per non dire di
Berlusconi, che “è riuscito a firmare tutti i trattati europei più impegnativi per
la perdita della sovranità e dell’indipendenza dello Stato italiano”. “«Aprirai
un conto corrente» è l’undicesimo comandamento” – questo è vero. Con punte
anche blasfeme: “Lo stesso Dio in cui ha creduto un uomo dolce come Francesco
pare essere diventato un Dio stupido, malvagio, miserabile, perverso, che
tradisce, inganna, calpesta i poveri, i piccoli, i «figli»”. E il ricorso ai
“tramontisti”: Spengler, Musil, Hans Carossa, HermannBorch, Yvan Goll, Celan,
perfino Jaspers.
Ida Magli, Dopo l’Occidente, Bur, pp. 240 €
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