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mercoledì 7 agosto 2024

Il suicidio assistito dell’Europa

Non c’è più religione. Non ci può essere più una religione del Padre e del Figlio: “Non può sussistere una religione fondata sull’importanza del «Figlio» laddove la procreazione è considerata un fatto personale e gravoso e la società provvede gratuitamente ai numerosissimi aborti”. In n’epoca di islamismo invadente, da un trentennio con stragi a ripetizione.
Un pamphlet violento, in forma di riflessione antropologica, che parte dal “politicamente corretto” – con cui gli Stati Uniti “correggono” il mondo, argomentava l’illustre antropologa dieci anni fa, poco prima di morire, novantunenne. “Il «politicamente corretto» costituisce la forma pù radicale di «lavaggio del cervello» che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi”. Attraverrso il cinema, che è l’opera degli americani, il loro melodramma.
“L’Era posteuropea, Era della Bruttezza”, la riflessione forse più azzardata, ma anche convincente, è un saggio seminale sull’imperialismo americano. Soprattutto ora che è in una delle sue pieghe più conturbanti, l’insorgenza dell’Asia, che era già quindici anni fa nei numeri. La critica radicale dell’America è piena di verità: dal western all’imperialismo e allo stato di guerra permanente.
Un epicedio, vigoroso, polemico, sull’alitante Occidente, specie in Europa. Che apre la strada a molte altre trattazioni in tema. E che l’antropologa rileva evidente: “Quasi tutti in Occidente, e in particolar modo in Europa, percepsicono un disagio, un vuoto, cui non sanno dare un nome: un vuoto che li esaspera spingendoli a consumare: cibi, mode, parole, tempo, valori, droghe, sesso, vita”. Il segnale della disgregazione è la “rinuncia” (67): “Rinuncia a estendere i propri valori, la propria religione, la propria lingua, la propria cultura” – “un atteggiamento che caratterizza le culture etnologiche”, moribonde o morte. L’Occidente come una di quelle culture “vive da morte”, su cui l’antropologia si è crogiolata, dei primitivi, gli isolati, i sopravvissuti. Col conforto a un certo punto di Gottfried Benn: “Crisi espressive e attacchi d’erotismo: questo è l’uomo d’oggi, l’interno di un vuoto” – ma Benn poetava un secolo, quasi, prima.
Compongono il volume una serie di discorsi come vengono. Dell’Europa invasa, assorbita, asservita dai mussulmani: il “Corano, essendo «sacro , deve essere osservato integralmente”. O della tabuizzazione del femminile: “la morte è donna, come tutti i popoli hanno sempre «saputo»”. Anche la dannazione lo è: “Per i padri della Chiesa”, sant’Agostino incluso, anzi soprattutto a partire da lui, “è «donna» anche la dannazione,mors secuda”. Violentissima contro “l’Antico Testamento, e di conseguenza il Corano”, che obbligano i propri devoti a combattere e distruggere  gli infedeli, i nemici di Dio” – e la Chiesa, che ha tradito Cristo. alla lettera e impregnerà di sé l’ambiente europeo, cacellando qualsiasi traccia del nostro”.
Vecchio Testamento e ebraismo sono letti dall’interno, con esiti convincenti – “la Legge del sacro per gli ebrei è l’unica valida”. Ma con derive spigolose. Specie contro l’omosessualtà, l’argomentazione più spinosa. Anche se l’attacca non quale condizione di vita, ma come ideologia. Finendo per imputarla a un imprecisato ebraismo. Partendo dall’anamnesi del Vecchio Testamento, che pure conduce a lungo magistralmente, contro le frasi fatte e i luoghi comuni: “C’è un’omosessualità implicita nella cultura ebraica, quela vissuta mentalmente, affettivamente, simbolicamente con la mascolinità di Dio”
Gesù “romano”, inziatore suggeritore della religione da fondare a Roma, il capitolo più controvertible, è anche il meglio argomentato. Partendo dalla rilettura radicale del Vangelo, e della figura di Gesù, dai Vangeli, e dal contesto che i Vangeli non rappresentano ma è ben noto storicamente. Dentro l’ebraismo che è invece religione dell’Attesa. L’approccio non è persuasivo: “La presenza dei tratti culturali romani nelle parole e nel comportamento di Gesù sono evidenti, così come è evidente che le scelte dei primi discepoli sono tutte indirizzate alla conquista del mondo romano”. Le parole, e i comportamenti, le ricostruzioni, sono di epoca successiva a Gesù, di amanuensi comunque interni all’area romana, anche se scrittori in aramaico o in greco. E tuttavia la tesi che sia stato lo stesso Gesù a indirizzare Pietro a Roma è congruente – anche se non c’è traccia di Chiesa nei vangeli: “Le decisioni che sono state prese dopo la morte di Gesù dovevano essere state per forza ideate, programmate e spiegate ai discepoli da lui. Soltanto la sua intelligenza ne poteva essere capace. Era un progetto geniale e grandioso”.
Gesù è un mistero, ma logico: chiude con l’ebraismo, o religione dell’Attesa. E giù, di nuovo, con l’anti-ebraismo. Si è scavato molto e non si è trovata traccia di Gesù. Ma come di nessun manufatto ebraico di quell’epoca, sinagoghe, sinedri, e “il motivo è uno solo”: “Gli Ebrei non fabbricavano nulla”. Anzi: “Gli Ebrei vivevano ancora nel I secolo d.C. in forma primitiva: qualche mattone di argilla, qualche brocca per l’acqua, qualche strumento o contenitore di legno, qualche pugnale o coltello, qualche rete di corda per la pesca e poco altro”.
Da ultimo, preveggente?, il problema russo, “La Russia riflesso d’Occidente”, l’ultima parte della raccolta: “La Russia fra Oriente e Occidente” e “«La Russia non s’intende con il senno»” -.del poeta Tjutcev. Con l’ovvia constatazione che i campi di concentramento e lo sterminio Hitler li a  presi da Stalin e non dai rìturchi in Armenia. E tuttavia la Russia quasi come speranza, la Russia che potrebbe essere la seconda Europa, quando la prima sarà “africanizzata” – che per Magli è sinonimo di “islamizzata”, non un fatto di colorazione.
Magli ha applicato il metodo della ricerca sul campo (i “primitivi”) alla cultura occidentale. Questo pamphlet si può dire un cascame del “Viaggio intorno all’uomo bianco”, la sua ricerca più nota. Classificata a lungo cattolica, per aver realizzato una lettura antropologica dei Vangeli. Ma ha anche individuato nell’ Antico Testamento e nella teologia le fonti precipue del lessico e le figurazioni del maschilismo dominante, forme in uso anche tra i non credenti.
Qui, nella sua ultima fase, più polemica, alterna argomenazioni di diverso spessore, incline al complottismo. “Il terribile anno 2011, caratterizzato dall’azione eversiva del Potere”, è quello del governo Monti. In una con la nomma di Draghi alla Banca centale europea, “il primo atto dell’attacco finale alla nazione Itala da parte dell’Europa  per eliminarla come Stato, lasciandone soltanto le apparenze”. Per non dire di Berlusconi, che “è riuscito a firmare tutti i trattati europei più impegnativi per la perdita della sovranità e dell’indipendenza dello Stato italiano”. “«Aprirai un conto corrente» è l’undicesimo comandamento” – questo è vero. Con punte anche blasfeme: “Lo stesso Dio in cui ha creduto un uomo dolce come Francesco pare essere diventato un Dio stupido, malvagio, miserabile, perverso, che tradisce, inganna, calpesta i poveri, i piccoli, i «figli»”. E il ricorso ai “tramontisti”: Spengler, Musil, Hans Carossa, HermannBorch, Yvan Goll, Celan, perfino Jaspers.
Ida Magli, Dopo l’Occidente, Bur, pp. 240 € 11

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