Sinistrismo carcerario
Fa
due pagine il “Corriere della sera” (in aggiunta alla prima pagina) sul decreto carceri, convertito in legge anche
alla Camera, dopo il Senato. Ma bisogna saperlo. Il titolo in grande della prima pagina è allarmante, di un ennesimo scontro, questa volta sulle regole (di che?) .Tre quarti di pagina sono
sulle “proteste e liti alla Camera”. Altri tre quarti su un incontro
Nordio-Meloni, il ministro della Giustizia dal presidente del consiglio, ma non
si sa su che cosa – si sa solo che “manca l’accordo tra gli alleati”. Una mezza
pagina è dedicata a un ordine del giorno di un deputato, Costa, non si sa di
che partito - presumibilmente di Azione. Sul decreto, ora legge, solo cinque righe:
“Il testo prevede l’assunzione di mille agenti in due anni; procedure più
snelle per uscire dal carcere a chi ne ha diritto; più telefonate settimanali
ai detenuti; un albo di comunità in cui i condannati con residuo di pena basso
potranno terminare la condanna”.
L’informazione
esula dal giornalismo?
Si
vuole dire che la sinistra è più forte del governo? Improbabile, ma è lecito. Ma
la sinistra che obietta alle telefonate, alle comunità invece del carcere, e
alle uscite rapide? Sembra improbabile. È un sinistrismo amico del giaguaro? È possibile,
i giornali hanno ragioni che la ragione non conosce. E il lettore?
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