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lunedì 5 agosto 2024

Totò e Peppino a Parigi

L’Olimpiade parigina è quasi finita e solo ora veniamo a sapere, incidentalmente, dalla foto di un atleta che dorme sul prato, che gli alloggi erano, a Parigi, ad agosto, senza aria condizionata. Dalle baruffe belghe, e solo così, veniamo a sapere che l’acqua della Senna è pericolosa a bere, anche a gocce. Solo all’ultimo sappiamo della sportività francese, che vorrebbe far vincere l’avversario pur di non incontrare, al prossimo turno, una certa squadra – l’Italia. Silenzio totale sul medagliere addomesticato, con record fulminei e poco possibili, e giudici che debbono fa  vincere questo o quello\a – questo, per la verità, senza colpa degli organizzatori, sono equilibri Cio, “olimpici”.
Ogni giorno ci riempiono di pagine di due pugilatrici mezze maschio di cui non frega nulla a nessuno – riducendole peraltro, poverette, a baraccone da fiera. Forse per lo stesso cattivo gusto, o maleducazione, che ha portato i nostri grandi inviati in deliquio per la sceneggiata iniziale, roba da luna park di periferia.
Bisognerebbe che qualcuno ci raccontasse i giornalisti italiani a Parigi. Un “Totò e Peppino a  Parigi” non c’è, ma ci sarebbe, senza i gloriosi comici si riderebbe ugualmente.

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