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mercoledì 28 agosto 2024

Tra Russia e Cina un patto in yuan

Parte della ritirata dal dollaro è legata all’uso delle sanzioni per decisione unilaterale americana. Commerciali e ora anche monetarie. Si studia l’utilizzo delle riserve monetarie russe detenute in Occidente, come è stato deciso al G 7 pugliese – un fatto senza precedenti nelle relazioni internazionali.
In meno di un quinquennio – partendo quindi da prima dell’attacco all’Ucraina – l’economia russa si è “yuanizzata” – usa sempre più lo yuan cinese come moneta di regolamento internazionale. In parte per effetto, dopo la guerra, della chiusura alla Russia della rete di pagamenti Swift.
Gli ammontari sono rilevanti, giacché l’interscambio tra Russia e Cina è salito in due anni a 240 miliardi, il 67 per cento in più rispetto al 2021. Per la Russia la Cina è il primo mercato, per un terzo circa dell’interscambio con l’estero: il 38 per cento delle importazioni russe sono cinesi, il 31 per cento delle esportazioni va in Cina ed è in aumento rapido. Quindi un terzo del commercio estero russo è regolato in yuan.
A fine 2023 la quota della valuta cinese detenuta dalle banche russe superava quella in dollari, 68,7 contro 64,7 miliardi. E il valore dei prestiti russi denominati in yuan era triplicato, a 46 miliardi di dollari. 

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