Vite da cani spassose – sotto la Bomba
Tre romanzi sul mondo dopo
la Bomba: “Il superstite”, “Ferragosto di morte” e “Il mondo senza nessuno”. Il
superstite, del romanzo più lungo e strutturato, è Lucky, un cane. Veramente lo
è il suo padrone, persona molto impegnato sul sociale, contro la Bomba, ma è
uno che non ha spessore, Lucky invece riflette molto, è perfino spinozista, si
appassiona, intristisce, tenta sempre di giocare ma a volte non ci riesce.
Insomma, fa una vita da cani. Mai altrettanto brillante e spiritosa come col suo
“padrone” Cassola. Un gioiello per i cinofili, un divertimento, pur nella
tragedia, per i non fedeli.
“Ferragosto di morte” è
il romanzo di Ferruccio, il “padrone” di Lucky. Degli ultimi suoi giorni di
vita, colpito dalle radiazioni. Che gli consentono di riviverla in vari momenti,
gradevoli e non.
“Il vento era la sola
cosa viva rimasta” è l’incipit del terzo romanzo, “Il mondo senza nessuno”. Un saggio
in realtà, in forma di discussione, con interlocutori invisibili, sul tema “che
il mondo debba avere un senso”. E che “l’arte un fine se lo propone sempre”. Se
lo dichiara, come il pacifismo, e se non lo dichiara. E ancora: “So bene che,
quando non ci saranno più gli uomini (cioè molto presto), non ci sarà più
nemmeno la bellezza”. È un memoriale, monte Voltrajo, le Colline Metallifere,
Volterra, una natura che è stata, si è trasformata, e forse non sarà. O una
divagazione, al modo di Sterne, di cose vissute, viste, ascoltate, lette,
contestate, meditate, riviste – un dialogo a più voci in forma di monologo.
Un regalo. Per i lettori: tre romanzi – racconti lunghi per la verità - in
uno. Ma sotto un titolo infelice. Messi assieme sì per la materia ma nell’intento
di vendere ancora qualche copia. Senza una nota, una presentazione, un cenno biografico,
critico.
È l’ennesimo monumento allo scrittore buono e bravo, sì, ma solitario, e
quindi trascurato. “Non in linea”, si diceva una volta, quando la “linea” era
politica, e quindi a su tempo snobbato dalla critica. Ma oggi che sarebbe più
che in linea – più green di Cassola, specie nel terzo saggio-racconto,
ma anche nel primo, e nel secondo? Anche non curato nella memoria - dagli
aventi diritto, dagli editori, dai letterati.
“Il superstite”, e di più “Il mondo senza nessuno”, accennano all’isolamento
che il Gruppo 63, cioè Eco, Arbasino et al., decretò nei suoi confronti.
Ma anche di Bassani avevano decretato al fine, che invece è ampiamente
recuperato, dall’editoria, dai lettori, dalla critica. Cassola si può dire l’unico
grande scomparso.
Carlo Cassola, Trilogia atomica, Oscar, pp. 389 € 15
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