Appalti, fisco, abusi (243)
Un ordine online spedito con altro
operatore arriva ormai nel tempo annunciato, quasi al minuto. Il plico raccomandato
confidato a Poste Italiane, annunciato per lunedì 23, arriva invece giovedì 19 –
così dice l’avviso di giacenza. A un’ora incerta del pomeriggio.
L’avviso propone una seconda consegna,
o un ritiro anticipato l’indomani all’ufficio postale, chiamando uno di due
recapiti telefonici. Dove si parla col risponditore automatico. Che fatalmente
non riconosce le vostre dodici cifre del codice. La logistica non fa per Poste,
che pure paga bei dividendi e ora va in Borsa?
La segnalazione a Amazon di una consegna
mancata viene seguita, a minuti, dallo storno del pagamento addebitato sulla carta
di credito. Analoga segnalazione a Ibs-la Feltrinelli, da vecchio utente da
decine di migliaia di “punti platino”, richiede tre lente, lunghe, telefonate,
e una corrispondenza di due mesi, col coinvolgimento di sei o sette operatori
della piattaforma, per niente, nessuno storno. Inefficienza, così vasta?
Malafede? Quinte colonne di amazon?
Non si danno licenze per i taxi per
favorire gli Ncc? È come se. Ne sono favoriti i grandi capitali, che soli
possono permettersi i van Mercedes, su strada da 60 mila euro in su – un immobilizzo
enorme per un noleggio da 200 euro al giorno, con autista.
Il tram n. 8, che a Roma ha il percorso
e il compito di una metropolitana, e 5-6 km di sviluppo, ha la massicciata
rifatta due volte in diciotto mesi. Con incomodi enormi per i tre quartieri che
serve, Portuense, Monteverde e Trastevere, e costi altrettanto enormi è da
suppore per l’Atac, l’azienda del trasporto pubblico. La quale però non lamenta
niente, e non spiega. E nessuno glielo chiede, non in sindaco, “padrone” di Atac,
non i media, non i giudici. Si può rifare lo stessa Grande Opera due volte di
seguito? La corruzione è così “normale”.
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