Cerca nel blog

giovedì 19 settembre 2024

Cronache dell’altro mondo – processuali (292)

Hunter Biden, il figlio del presidente, si dichiara colpevole di reati fiscali, per i quali è giudicato a Los Angeles, sperando in una condanna mite, con sospensione della pena, e in una multa. A giugno è stato condannato in Delaware, pena da calcolare, per il possesso illegale di una pistola. Non si fa invece il terzo processo, quello che sarebbe stato insidioso per il presidente Biden, sulle consulenze da lui ottenute in Ucraina, per le quali avrebbe speso il nome del padre – una delle ragioni che avrebbero convinto il presidente a rinunciare alla ricandidatura sarebbe stata questa, evitare questo processo, sia pure solo mediatico.
L’Ucraina era emersa da un computer abbandonato di Hunter Biden, che l’Fbi ha acquisito nel 2019, con molti messaggi, foto, video, email, sui traffici del figlio del presidente. Non esclusi riferimenti al padre, allora vice-presidente, quale parte anche lui degli affari.
Dopo il ritrovamento del computer, dimenticato in un negozio di riparazioni, un amico e socio di vecchia data di Hunter Biden, Tony Bobulinski, se ne dissociò, e denunciò all’Fbi molti affari con risvolti penali di Hunter Biden.
Bobulinski fu interrogato a lungo all’Fbi di Washington alla vigilia delle elezioni del 2020, il 23 ottobre. La denuncia Bobulinski supportò con tre cellulari, così affermò, che avrebbe consegnato  alla polizia federale, con email, e con documenti finanziari. Ma l’inchiesta finì nel nulla.
Bobulisnki fu gestito da un funzionario Fbi di Washington, Timothy Thibault, che ha lasciato l’Fbi qualche mese dopo, senza spiegazioni. Quando la stampa di destra sollevò il caso, l’Fbi comunicò che Thibault non si era occupato del laptop di Hunter Biden.

Nessun commento: