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martedì 10 settembre 2024

Euromissili di ritorno

Delle due grandi opzioni prospettate necessarie da Draghi, la legislatura europea che si apre sarà quella del bond europeo, di Francoforte piazza finanziaria mondiale, di attrazione del risparmio di grandi capitalisti e grandi esportatori? Oppure quella della difesa europea, di forze armate coordinate strategicamente e tatticamente, e armate cn piani unitari? Per ora è più probabile la seconda novità. Ma, a quello che finora si é deciso, nella forma degli “euromissili di ritorno”.
Il sistema sovetico fu scartinato, si ricorderà, dalla decisione americana di schierare in Europa sistemi missilistici in grado di coprire il vasto impero russo – per una ritorsione cioè non più lasciata ai missili intercontinentali.
Due mesi fa, a margine delle celebrazioni dei 75 anni della Nato, Stati Uniti e Germania hanno annunciato un accordo per l’installazione su suolo tedesco, entro due anni, di missili americani a lungo arggio – in grado cioè di colpire aree anche remote della Russia. La notizia non ha destato interesse in Italia. Ma negoziato sono da allora in corso per posizionare missili americani a lunga gittata anche in Italia.
Il governo tedesco ha minimizzato l’accordo. Ha spiegato che non si tratta egli euromissili degli anni 1980. E che lo schieramento in Germania è provvisorio.
Ma il provvisorio è, secondo il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorus, “il tempo necessario all’Europa per sviluppare la propria arma”. E questi missili a lunga distanza sono “non nucleari”. Sono in realtà “duali”, in grado cioè di essere armati con testate nucleari.  

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