Giallo imperiale
Furfanterie a Londra
al tempo dell’impero, tra vergini inglesi bionde e celesti e bellimbusti che vengono
da lontano, in questo caso da Sud Africa e Australia. A caccia di eredità, gioielli, conti
in banca, vantando miniere, tenute e altri imperi da mettere in valore, alla
credula Inghilterra. Contrastati dal solito giornalista investigativo, e da professionisti
inglesi - è la polizia che ne sa di più, Scotland Yard. Con molte inversioni: i buon saranno cattivi, e viceversa, l'umanità, come si sa, è imprevedibile.
Wallace va veloce,
scriveva anche sette-otto romanzi l’anno – in tutto lasciò, fra “I quattro
giusti”, l’esordio di successo istantaneo mondiale, 1905, e “King Kong”, 1932,
175 romanzi e 15 drammi. Più di Simenon, forse. Sette opere l’anno nella vita
lavorativa. E si vede. Anche la lettura va veloce, le sorprese si accavallano.
I personaggi lasciando un po’ poco credibili: la vicenda ha bisogno di un epilogo alla Poirot, una lenta spiegazione - Poirot era nato nel 1920, con successo immediato, questo Wallace è del 1930.
La nuova traduzione di Giovanni
Viganò, invece di quella datata dei Gialli Mondadori, di Alberto Tedeschi, non
garantisce la verosimiglianza.
Edgar Wallace, Maschera Bianca, Polillo, pp. 256 € 16,90
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