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Idillio
Il
tempo cambia rapidamente mentre saliamo in montagna. Quando arriviamo a Carmelia
è tutto nuvolo. E il “Cavallino”, il bar-cucina della signora Liliana, è già
chiuso. Tornersene a casa? Provare a Zervò, dalla “sciditana”, la signora Scarcella,
lei esiste, per la stagione dei funghi e per la caccia. Ma è una strada lunga.
Ma tornarsene a casa digiuni è ancora più lungo. Decidiamo per Zervò.
All’incrocio
di Colella, sotto la faggeta, una jeep della Forestale che era lì ferma si
accoda.
La
strada segue le sinuosità del terreno, una curva dietro l’altra. E buche larghe
già dopo le prime piogge, bisogna destreggiarsi - è una strada ex Comunità
Montana, di cui la Provincia malvolentieri si prende carico.
Curva
dietro curva, e buca dietro buca, il percorso sembra interminabile. Ora
pioviggina anche. Ma la jeep dei Forestali è sempre dietro. Sarà il caso di chiedere
a loro se ci vuole ancora molto, e se la strada è percorribile? Se il rifugio è
ancora aperto? Ma fra un’incertezza e una buca siamo arrivati.
Una
ragazza viene a prenderci con l’ombrello, Elvira. È la figlia della signora Colella,
è salita “a dare una mano”. È una giovane sorridente, ricciuta, garbata.
Ora
pioviggina. Il giardino appare più bello, l’erba più verde, le ortensie più blu,
e le roselline più rosse. Ma è venuto umido, e come freddo.
Daniela
si offre di accendere il camino. Ha poco da fare, la fiamma prende subito, viva
e alta: pranzeremo alla luce del fuoco. Ma si alterna, è contenta anche di parlare
con i militi, sono giovani, hanno l’aria di ritrovarsi.
Quando
apparecchia la provochiamo:
- Due
ore di servizio senza problemi.
Risponde
risentita, quasi a un’offesa personale:
- Vi
credevano cercatori di funghi senza permesso.
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