Il cappio del rating
“L’Italia è un debitore onorabile” – non onorevole,
onorabile. Detta da Mattarella, la cosa ha ancora un senso. Ma da tempo, da molto
prima della tempesta sul debito italiano scatenata dai ribassisti nel 2011, si
è saputo che le agenzie di rating, americane, sono an forma di “gestione
del mercato” del debito, non ne sono lo specchio.
Il lamento del presidente della Repubblica
riflette questo ordine di valutazioni. S&P valuta l’Italia un po’ peggio di
Bulgaria, Cipro, Perù, Filippine, Indonesia, Messico, un po’ meglio di Perù,
Colombia, Kazakistan.
Moody’ mette l’Italia alla pari con il Paraguay. Un
po’meglio della Grecia. Peggio di Cipro e le Filippine, l’Indonesia, il Messico
e il Kazakistan. Molto peggio del Perù e dell’Uruguay. Malgrado gli stati di
emergenza politica in molti di questi paesi.
L’Italia
viene al 62mo posto nella media delle tre valutazioni (con S&P e Moody’s si
calcola anche DBRS). In una numerazione media fra le tre valutazioni che va da 100,
il massimo, a 20.
Molto più dell’Italia sono valutati pagatori attendibili
Malesia e Botswana – si investe nel debito del Botswana?
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