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Il Montalbano di Markaris ha l’affanno
Si vede che in Grecia
non hanno filmato le storie di Kostas Charitos, il commissario di Polizia modellato
dall’autore, Petros Markaris, sul Montalbano di Camilleri, e ci ha pensato la
Rai. Con un cameo di riconoscimento per lo stesso Markaris, incontro casuale di
Charitos in un corridoio. Ma facendone un altro.
Il Charitos-Montalbano
di Markaris è lento. È sposato e ha una figlia diciottenne – di cui si occupa,
quindi problemi a non finire. Ma si muove come il suo modello siculo. Non ha la
Tipo, peggio, ha una Mirafiori. Non ha fretta di chiudere i casi. A casa soprattutto
si riposa: non ha la verandina ma un solido vocabolario, col quale dialoga. Ordinario, perfino lento. Soffre
una Atene sempre trafficata. E non si sconvolge ai richiami, frequenti, del commissario
Capo, tramite della politica. La grande differenza dal modello, in Markaris, è
che ad Atene non ci sono gli arancini, ci sono i ghemistà - pomodori ripieni e i pipi chini calabresi.
I ghemistà
ci sono anche nella riduzione Rai, ma non sappiamo cosa sono, giusto una fugace
denominazione. E così tutto il resto, Kostas corre veloce. Sola resta con i tempi
originari la moglie Adriana, Francesca Inaudi, ma ringiovanita e imbellita - e non cucina, e non si (pre)occupa della figlia. A Fresi,
attore ordinariamente misurato, il Kostas Rai toglie il respiro: parla, si
muove, s’arrabbia a velocità doppia - come in un film d’azione, mentre è solo
discorsivo.
Una produzione Rai
al risparmio, benché firmata dalla Palomar di Degli Esposti che “inventò” il Montalbano
televisivo – a dialoghi più veloci pose più rapide? Atene non c’è, solo qualche
foto aerea.
Milena Cocozza, Kostas,
Rai 1
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