Il piano delle musiciste ribelli
Vicario, pop e “pop
barocco”, si diverte con Dade, rock alternativo, a far suonare, cantare e ballare
ragtime, swing, be-bop le allieve dell’educandato musicale Sant’Ignazio a
Venezia nel 1800, stanche di ripetere gli accordi stitici del vecchio maestro
di cappella, al concerto per la visita a Venezia del papa Pio VII, cacciato da
Roma dal perfido Napoleone. La servetta dell’educandato, detta la Muta per non
avere facoltà di parola, ha l’orecchio assoluto – nella prima carrellata, forse
la più ingegnosa, fa musica, ritmo e melodia, coi rumori del cortile sassoso
e polveroso, dei bambini e delle lavandaie. E ha la chiave d’uso del piano, un mostro
mandato dal fabbricante all’orfanotrofio, col quale preparerà insieme con le ragazze
dell’istituto, a tempo sincopato, il concerto papale.
Una pochade
divertente – anche se è stato presentato come un documento femminista, contro
la discriminazione delle donne - a tempo di musica. Il gruppo risulterà promotore
del pianoforte sulla scena musicale e si meriterà per questo la riconoscenza del
costruttore. Le corti europee si contenderanno il nuovo gruppo musicale. Il vecchio
prete e la vecchia scuola saranno sopraffatti.
Un racconto scanzonato e
inconcludente, del genere grottesco, che come al solito è andato a Berlino,
bene accolto, e in Italia è uno dei tanti. Menzionato giusto per la fama
pregressa della neo-regista. Con un Nastro d’argento però alla colonna sonora. Con
Paolo Rossi vecchio prete acido a cucire le tante trovate, e un Elio portiere
bonario per i casi disperati – a volte di un uomo c’è bisogno.
Margherita Vicario, Gloria!, Sky Cinema, Now
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