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La scoperta dell’amore
Maria,
donna delle pulizie diarista emotiva, e Hubert, portiere col pallino della
danza, già in là con gli anni, lavorano e vivono nell’ambiente più alieno, la
scuola parigina di Belle Arti. Arti più parlate, filosofiche, che realizzate,
con ingegno cioè e applicazione. Ma insomma in un mondo moderno, o del futuro. Di
chiacchiere e “allestimenti”. Dove si fa l’amore ogni sera, dopo avere bevuto,
con chi capita, senza ricordarne nemmeno il nome, forse giusto il sesso. Di
passioni cioè vaganti, come le “opere d’arte”.
Due
generazioni e due mondi, il futuristico-presente e il tradizionale-sorpassato. Maria
e Hubert sono ligi al dovere e collaborativi. Aiutano molto gli artisti in petto,
con la semplicità e con lo humour. Ma una vecchia Cinquecento li attende
- di quelle con la levetta dello starter, che spesso la mattina facevano le
bizze per accendersi, bisognava calibrare “l’aria” (e vedendola non si capisce
come due persone ci entrassero, anzi tre).
Snobbato dai media, e quindi anche dal pubblico. Una
commedia francese, su un aneddoto semplice, e senza Grandi Problemi o Grandi Colpe. Lieve e sorprendente, sulle forme dell’amore – c’entra pure quello tra
genitori (madre) e figli (figlia, Maria ne ha una). Maneggiata con misura dalle
registe. E con maestria dai due interpreti, Karin Viard e Gregory Gadebois.
Geniale pure l’invenzione del setting, posto ideale delle chiacchiere
che esauriscono la contemporaneità. Per un amore talmente esile da suscitare
solo per questo la meraviglia.
Lauriane
Escaffre-Yvonnick Müller, Maria e l’amore, Rai 3, Raiplay
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