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sabato 28 settembre 2024

La vita avrebbe potuto essere migliore – ma forse non vale il rimpianto

Due ragazzi coreani, lui e lei, compagni “d’anima” a scuola, si ritrovano a distanza d’anni. Dapprima dopo una diecina d’anni, su zoom, da militare non pensava che a lei e allora l’ha cercata tanto in rete, lui l’ha cercata tanto. Finché lei non decide di chiudere il collegamento. Ancora un’altra decina d’anni e lui decide di andare a cercarla a New York. Lei era emigrata in Nord America col padre regista in cerca di affermazione internazionale, e ora vive a New York, dove ha avviato la sua attività di scrittrice “in cerca del Nobel”, vive nell’East Village, ed è sposata, con un altro aspirante scrittore, americano ebreo. Sarano alcuni giorni d’intensa felicità, e poi la separazione ultima.
Una trama semplice: la vita come avrebbe potuto essere e come è – delle porte girevoli. Ma il film è già di culto, a un anno dall’uscita. Perché è un film d’immagini. Semplici – l’inquadratura può essere fissa anche per minuti – e memorabili. Soprattutto quella iniziale e quella finale, dell’addio. La più celebre apre il film: lu, lei e il marito di lei in formato cartolina, e i curiosi fuori campo che si dicono: “Lui e i saranno fratello e sorella, e lei è sposata col bianco”, “lui e lei sono sposati, il bianco è un amico americano”, “ma perché lui e lei si parlano senza mai coinvolgere il bianco, il bianco non sarà un autista che li ha portati qui?”
La regista ha l’età, 33 anni quando girava il film, e la condizione della sua protagonista: sudcoreana naturalizzata canadese, residente negli Stati Uniti. Come lei, la sua protagonista ha preso un nome occidentale, Lena. 
Celine Song, Past Lives, Sky cinema, Now

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