Le sorprese dell’amore, esagerate
Il titolo italiano (l’originale è
“She came to me”) rende bene la trama: l’amore sconvolge. Vecchio tema, molto usato,
che la regista, soggettista e sceneggiatrice ravviva nei toni della “surrealtà”,
allucinata e pratica quotidiana. Una coppia di ragazzi che si fa, come usa, le foto a letto, per di più in polaroid. Una coppia di genitori “americana”, lui stenografo di tribunale, quindi
automaticamente giurisperito, che passa i week-end nelle rievocazioni in
costume delle battaglie storiche, lei di recente immigrazione ancora senza
cittadinanza che si aiuta facendo le pulizie. E una coppia della New York “in”
- la scena di apertura, già un romanzo, è di un ricco party nella ricca
casa, lei di buona famiglia cattolica ed ebraica, perfetta, lui compositore
d’opera di successo, affetto fa nanismo e scarruffato, tra alcol e ispirazione.
Il marito compositore troverà l’ispirazione,
e anche il libretto, portando fuori il cane, incombenza di cui ha l’incarico. La
coppia di ragazzi sono, lui, figlio della donna di buona famiglia
cattolico-ebraica allevata dalle suore, lei figlia dell’immigrata slava senza cittadinanza.
Che fa le pulizie nella casa di lui. Ci saranno problemi? Ovvio. Ma non solo
per loro: il più grosso è del musicista, che viene rimorchiato mentre porta a
spasso il cane da una capitana di rimorchiatore al porto di New York che è
malata d’amore, un tempo si diceva ninfomane – è appena uscita dalla comunità
di recupero, ma non resiste.
Un soggetto e una resa spettacolari.
Anche se non è girato in Italia in sala, non avendo distribuzione. Classificato
romantico, è invece del genere grottesco, lieve – umoristico. Che in Italia non
ha grande seguito - lo ha invece in Germania, dove è stato apprezzato al festival
di Berlino. Rebecca Miller è scrittrice prima che regista, ma ha già all’attivo
una mezza dozzina di film – tutti presentati, qualcuno anche premiato, alla
Berlinale, la mostra del cinema di Berlino.
Con interpretazioni super di Marisa
Tomei, la dipendente d’amore: ruolo improbabile che invece, in un ruolo
finalmente non di contorno, da caratterista, rende magnetico. Mentre Anna
Hathaway ha il difficile ruolo di psicologa in esercizio, che è moglie e madre
accudente, sempre molto elegante e molto bella, igienista alla paranoia, sta
sempre a pulire, e nell’intimo frigida – da suora. Due personaggi di difficile
caratura che le due interpreti tengono vivi per tutto il film. A Peter Dinklage, l’artista ex bohème, ora molto off e molto in, basta la figura,
il testone scarruffato e il corpo esile, e la fama acquisita col “Trono di spade”.
Le sorprese dell’amore, non si
direbbe. Il tutto regge la sceneggiatura. E un montaggio millesimato, che non
lascia mai cadere l’attenzione.
Rebecca Miller, E all’improvviso
arriva l’amore, Sky Cinema, Now
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