Letture - 556
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Calvino – “Se avesse voluto
avrebbe potuto darci il grande romanzo della nostra epoca”, diceva Giulio Bollati
di Italo Cavino, compagno di lavoro di una vita alla casa editrice Einaudi, in
un’intervista con la redazione della rivista “Idra”, fine 1991 (n.4\1991).
Continuando, quasi lamentoso, che il meglio ha dato in “Le città invisibili”,
“libro perfetto” ma “remoto”, di altri mondi.
Leopardi – Una sorta di
ultra-Cristo ateo, se-poiché il suo “Infinito” è ultra-Vangelo – il meglio-del-meglio
del Vangelo? È l’ipotesi di Piero Boitani nella critica del lungo saggio dello
storico del cristianesimo Gaetano Lettieri, “Dulce naufragium. Desiderio infinito
e ateofania in Leopardi”. Prima del verso che chiude l’infinito”, “e ilnaufragr
l’è dolce in questo mare”, viene il distico: “Così tra questa\ immensità
s’annega il pensier mio”. L’argomento di Lettieri come sintetizzato da Boitani:
“Leopardi come un’opera gigantesca di «vanificazione» del cristianesimo”, ma
l’infinità è divina – come aveva argomentato Gregorio di Nissa, Dio essendo
l’infinito per eccellenza, l’unico infinito.
Lo stesso il “voto seren” de “La Ginestra”: “Poeta patiens nel
deserto de La ginestra, Leopardi fa esperienza dell’«ateofania», per cui
“quello leopardiano «più che un anti-vangelo»”, continua Boitani con le parole
di Lettieri, “si rivela «un ultra-vangelo, intento a custodire il nucleo patico
della tradizione cristiana»”.
Marcia nuziale – “Ha mai notato
come rassomiglia a una marcia funebre?”, chiede l’ispettore capo Mason al
giovane giornalista Michael Quigly che lo segue, nel giallo di E. Wallace
“Maschera bianca”: “Basta rallentare un po’ il ritmo”.
Mediterraneo – Un personaggio del “Minotauro” di Benjamin
Tammuz, un giovane greco diventato filologo in Spagna, ricordando una notte
l’adolescenza, ha una visione del Mediterraneo. Ascolta la sorella cantare “le
parole di una canzone greca, una canzone d’amore e di morte, una lunga storia
raccontata da una melodia ripetitiva”, con “ritornello infinito”, che ora
individua come “un miscuglio ben dosato di musica liturgica ebraica, flamenco
spagnolo, canzone napoletana, e un flebile ricordo del lamento del coro
dell’antica tragedia greca”. Un miscuglio che aveva ritrovato “in tutto il
Mediterraneo”. E ora si dice il perché: “La loro origine è nei canti dei marinai
fenici i quali, migliaia di anni fa, spingendo i remi e spiegando le vele, erano salpati dalla riva le cui acque ora
lambivano il giardino della loro casa, ed erano arrivati all’oceano; e in ogni posto
avevano la sciato un segno e un ricordo, che nei secoli avrebbe fatto di questo
mare l’anima della cultura. Ebrei, elleni, mussulmani e cristiani si sarebbero
incontrati e divisi, si sarebbero massacrati e poi avrebbero avuto nostalgia
gli uni degli altri, e alla fine, uno dopo l’altro, sarebbero usciti di scena”.
Ma non finisce
qui: “Se ne sarebbero andati per poi tornare, ciclicamente, in una
terrorizzante fuga, tra grida di dolore e distruzione…. Poi ci sarebbe stato un
lungo silenzio, come se si levassero dalla tomba e ritornassero, nell’odore
dell’arrosto di agnello, nelle canzoni che si trascinano stanche, lunghe e
disperate”.
Melodramma – Russo,
cubofuturista? “Com’è noto i cubofuturisti, e Pasternàk ne fornisce l’esempio in liriche come Marburgo e nei
poemi, non furono alieni dalle cadenze, dai modi e dalle tirate del melodramma”
– Angelo Maria Ripellino, introduzione a B. Pasternàk, “L’infanzia di Zenja Ljuvers”.
Pasto nudo – “Titolo
misterioso e di gran fascino originato da un refuso, si parlava in realtà di Naked
Lust, nuda libidine”, invece che Naked Lunch, pasto nudo, il romanzo
messicano di William Burroughs, scrittore beat un po’ a disagio – Mariarosa
Mancuso, “La Lettura”.
Ma anche queer, il tema del libro, la passione libidinosa di un
anziano per un ragazzo, si presta a equivoco. “Queer” è il titolo del film che
Luca Guadagnino
ha tratto dal romanzo. Ricevendone a Venezia, sulla prima pagina del “Corriere
della sera”, un titolo come il seguente: “«Queer», l’amore tossico di Guadagnino”.
Illustrato da una foto del regista con i suoi due interpreti, Daniel Craig e
Drew Starkey, tre personaggi famosi tutt’e tre in occhiali neri, la sera, sul
“tappeto rosso” delle celebrità - queer a chi?
Romanticismo italiano – Contestualizzando gli umori instabili della sua “Crestomazia italiana”,
l’antologia cui Leopardi volle dedicarsi a tutti i costi negli anni 1820 benché
da tutti sconsigliato, Giulio Bollati rileva che il lavoro, molto personale e per
più aspetti anche bislacco (non c’è il Trecento - Dante, Petrarca - né il
Quattrocento), si svolge “in corrispondenza della massima caduta della
corrispondente curva romantica fornita agli italiani dalla Staël, dagli
Schlegel, dal Bouterwerk” e dal Sismondi (“L’invenzione dell’Italia moderna”,
p. 12). Il romanticismo “fornito” agli italiani?
Sacro – È scomparso, sia
la pratica (religiosa), col “vasto patrimonio di conoscenze” connesso, “non importa
se credenti o no”, sia il concetto. È la conclusione di Marco Ventura su “La
Lettura”. Rileggendo e chiosando il “Rapporto sull’analfabetismo religioso in
Italia”, curato dieci anni fa dallo storico del cristianesimo Alberto Melloni.
Società civile - Non più in uso, fu dizione specialmente
usata sul finire del Novecento, accompagnando la nascita dell’Ulivo-Pd, come
dei “belli-e-buoni” della Repubblica. Ma ha origini antiche, soprattutto, come
tutto ciò che concerne la politica moderna, britanniche, in uso a Londra. Già
una ispettrice di Scotland Yard che veniva dal popolo, si chiede a un certo punto
nel giallo di P.D.James “La stanza dei delitti”, 2003, se “non era il ceto medio
facoltoso, istruito, progressista che, alla fin fine, controllava le loro
vite”. Aprendosi a una lunga lamentela, non del tutto reazionaria, o da invidia
sociale: “Ci criticano per reazioni grette e meschine che loro non avranno mai
bisogno di sperimentare. Loro non sono costretti a vivere in uno di quei
quartieri di case popolari con l’ascensore vandalizzato e una costante violenza
incipiente. Non fanno frequentare ai figli scuole dove le aule sono campi di
battaglia e l’ottanta per cento degli allievi non è in grado di parlare
l’inglese. Se i loro ragazzini sono delinquenti vengono mandati da uno
psichiatra, non in un tribunale per minori. Se hanno bisogno di cure mediche
urgenti sono sempre in grado di pagarsele privatamente. Non c’è da
meravigliarsi che possano permettersi di essere così maledettamente
progressisti”. Permettersi di essere progressisti? Maledettamente? P.D.James, funzionario poi dirigente del ministero
dell’Interno a Londra, per meriti
letterari nominata alla camera dei Lord dalla regina Elisabetta, era di
orientamento conservatore. Ma il suo detective, l’ispettore Dalgliesh, era un
indeciso e un poeta.
Treno - I treni “corrispondono
nell’arte pasternakiana ai vascelli di Blok, emblema della speranza”, A.M.Ripellino,
intr. a B. Pasternàk, “L’infanzia d Zenja Ljuvers”, XI.
I treni saranno importanti nel “Dottor Živago”.
Specie nel film, le scene più strazianti tra Julie Christie e Omar Sharif.
letterautore@antiit.eu
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