L’Europa va a destra contro l’estremismo
Domenica si vota nel Brandeburgo, e la Germania ha paura come non mai. La Germania, e quindi la Ue, la commissione di Bruxelles soprattutto, scelta e orientata dalla Germania come non mai, guarda per questo a destra, alla destra democratica per recuperare il voto finito all’estrema prima che diventi valanga.
È un fatto palese - questo sito ne ha più volte dato conto - che però viene trascurato nell’informazione: la Germania teme l’estrema destra, e pensa di disinnescarla spostando il baricentro della politica classica a destra. In Europa verso i conservatori alla Meloni, cioè verso un atlantismo ferreo, e un approccio politico al problema immigrazione, invece di quello attendista, remissivo e quindi catastrofista.
Non si misura lo stato agitato, confuso insieme e risoluto, in cui le ultime votazioni regionali hanno messo la politica in Germania. Domenica si vota in Brandeburgo, che è un Land piccolo ma è importante, attorno a Berlino, ed è da sempre governato a sinistra. Ora il ministro-presidente uscente Woidke, al governo da dodici anni, è dato alla pari con lo sfidante dell’Afd, l’estrema destra, e questo è già una sconfitta – potrebbe anche vincere, ma per pochi voti.
L’estrema destra intorno a Berlino, in poche mosse in pochi giorni, non si misura quanto il momento è critico per i tedeschi. Da qui la strategia di Manfred Weber, il tedesco a capo dei Popolari europei, in sintonia col nuovo capo della Dc tedesca, Merz, di sposare l’asse del partito a destra, abbandonando i sinistrismi tattici di Angela Merkel. In questa strategia Meloni è per il Centro tedesco, smarrito e intimorito, una bussola e un’ancora - è il paradosso europeo, farsi conservatori per arginare la deriva alla destra estrema.
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