skip to main |
skip to sidebar
L’Europa violenta alle frontiere
L’ultima scena è solare.
Piena di luce, di persone ben vestite e affabili, che s’incontrano quasi festive,
alle, stazioni, nelle piazze, agli aeroporti, a colori, con la didascalia:
marzo 2022, la Polonia ha dato asilo a due milioni di rifugiati ucraini. Il
primo episodio vede una famiglia siriana, nonno, figlio, con nuora e nipoti, in
volo verso Minsk, Bielorussia, con regolare visto: hanno liquidato le loro
attività in patria per sfuggire alle vessazioni dello Stato Islamico, e da
Minsk in qualche modo giungere in Svezia, dove un fratello ha organizzato il
trasferimento. A Minsk hanno per cellulare le istruzioni sul passaggio della frontiera
organizzato. Ma alla frontiera la famiglia, cui si è aggiunta un’afghana,
viene vessata dalla polizia bielorussa, “trecento dollari”, e poi buttata materialmente
oltre il filo spinato, nella terra di nessuno con la Polonia. Il seguito è un crescendo
di violenza, da film dell’orrore. Nelle luci di un bianco e nero livido, di
fango, freddo, fame.
Altri episodi vedono in
azione i gruppi polacchi di giovani, un po’ strafottenti, impegnati nel
soccorso gli immigrati, specie se clandestini. Una psicologa cambia attività scoprendoli,
e combinerà molti colpi a effetto. L’afghana non sa far valere il suo statuto
di rifugiata politica in Polonia, e perde, disperata, inconsolabile, il figlio
adolescente del la famiglia siriana, che si è legato a lei per imparare l’inglese.
Il lito fine sarà casuale, per un raptus di un giovane militare polacco di frontiera,
che chiude gli occhi al passaggio verso la Svezia.
Un film dall’impianto ambizioso,
si direbbe si volesse la storia in fieri dell’immigrazione in Europa.
Dell’insipienza europea, delle tragedie che vi avvengono senza una ragione, un
motivo qualsiasi. Dura due ore e mezzo. Ma naviga a vista – come se la regista
in fase di montaggio non abbia voluto rinunciare a niente delle scene girate. Un
po’ è questa la non-politica europea, oscillante. Tra la violenza, le ruberie e
la generosità. Ma il racconto non lega, eccetto che nella storia della famiglia
siriana. Il governo polacco che si denuncia come para-nazista alla fine è quello
che accoglie miracolosamente e bene due milioni di rifugiati in pochi giorni.
Agniezka Holland, Green
Border, Sky cinema 2, Now
Nessun commento:
Posta un commento