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lunedì 9 settembre 2024

Meloni e i suoi cari – l’’intelligenza di destra

L’intelligenza di destra è tribale, in Italia, clanica, familiare, amichevole? È quello che si vede. L’intelligenza di destra non manca, non in Italia: ci sono manager, artisti e intellettuali che simpatizzano per la destra, moderata e anche non (lasciando stare l’arte, che un po’ ovunque, ora e prima, è più opera di conservatori). Ma le scelte di questo governo, il primo di destra, sono da “Amici miei”, da cazzeggio, da complicità adolescenziali, un tempo si diceva da “prima visita casino”. Anche in consessi di prestigio, e di tradizione, che richiedono competenze, almeno un simulacro. O da imperatori che fanno senatore il cavallo – ma per disprezzo di chi, essendo poi solo parlamentari eletti? Amici di scuola, di quartiere, di famiglia, perfino di vicinato.
Il consiglio del Maxxi di Roma, p. es., che si rivela inutilizzabile per la successione al presidente dimissionario – il presidente divenuto ministro. Lo stesso alla Rai per la successione alla presidente dimissionaria. E lo stesso si direbbe per Sangiuliano, che va in tv per giurare e spergiurare: il minimo che si richiede a un politico è il sangue freddo.
Nei passati governi di destra che in realtà erano di centro-destra e non di destra-centro, Berlusconi s’illustrava al contrario cooptando personaggi il più possibile eminenti o capaci, Monti e Bonino, Letizia Moratti o Cingolani - ci provò perfino con Gianni Agnelli.

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