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Moretti o della politica come malattia
Rivisto a distanza, è il
film che esplicita, in chiaro anche se non cosciente, la politica come una
malattia. Non in sé ma in Moretti, nelle battute, l’ironia, l’istrionismo. Sempre
all’interno non della sinistra ma del Pci. Che quindi fungeva da alveo
familiare – paterno, ma non si può dire, l’alveo è materno. Di un padre che “non
esiste”, alla romana, nella biografia, e che manca ormai da molti decenni in
politica, già quando Moretti ci interloquiva - qui prepara l’intervista epocale,
decisiva, col Partito a Botteghe Oscure, che sempre rimanda e poi dimentica. Infatti
non rispondeva, si limitava a ridere, fregandosi le mani - salvo poi
inabissarsi senza residui, a parte i danni.
Lui stesso ne ha coscienza,
si direbbe in analisi, poiché fa il film del padre che è tutto alla nascita del
figlio, ostetrico, ostetrica, partoriente, nascituro, ha le doglie, le
contrazioni, fa il vagito, allatta. Ed è il film in cui si vorrebbe emancipare,
ha già una certa età, e vagheggia un musical, in pasticceria – e lo fa, è l’ultima
gag. Rimette in scena anche il vespino di “Caro diario”, che lo porta in
remoti lunghi viali di libertà. Ma poi ne sarà vittima, nella successiva
esperienza personale, con i girotondi (la rivoluzione con Di Pietro, con Di Pietro?, e con le
belle donne di buona famiglia).
Tra le quattro o cinque
storie che fanno il film una s’impone oggi, a metà tra la farsa e la minaccia, documentaria,
dal vivo, senza commenti - una sorta di cinegiornale, rimontato con l’attenta
disposizione all’epoca delle riprese: le funzioni “sacre” sul “sacro” Po di
Bossi e la Lega, e la processione sul mare a Venezia per la presa di possesso,
con la dichiarazione – non taroccata, non montata – della Padania libera,
indipendente, eccetera. Nel 1997, non molti anni fa.
L’Italia ha avuto pure il
secessionismo. Ieri. Moretti lo coglie per quello che è, cialtrone e pericoloso. Non coglie che quel Bossi era stato portato
da Scalfaro contro Berlusconi, e per far rivivere la Dc nella forma dell’Ulivo –
il Berlusconi che oggi gli stessi si accingono a santificare. Bossi aveva avuto
alle elezioni anticipate del 1996 il 10 e qualcosa per cento del voto, ma il 29
per cento in Veneto e il 25 in Lombardia. Aveva preso il nome Lega Nord per l’Indipendenza
della Padania, e adottato il Sole delle Alpi come simbolo, oltre alle ampolle,
le purificazioni eccetera – il druidismo, non per ridere.
Nella storiografia politica,
quando si faceva, si sarebbe detto che Berlusconi ha avuto il merito di “sdoganare”
la destra, di portare alla democrazia i neofascisti e i leghisti secessionisti.
Solo questo è la politica, assolutizzarla fa male.
Nanni Moretti, Aprile,
Sky Cinema, Now
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