sabato 21 settembre 2024

Moretti o della politica come malattia

Rivisto a distanza, è il film che esplicita, in chiaro anche se non cosciente, la politica come una malattia. Non in sé ma in Moretti, nelle battute, l’ironia, l’istrionismo. Sempre all’interno non della sinistra ma del Pci. Che quindi fungeva da alveo familiare – paterno, ma non si può dire, l’alveo è materno. Di un padre che “non esiste”, alla romana, nella biografia, e che manca ormai da molti decenni in politica, già quando Moretti ci interloquiva - qui prepara l’intervista epocale, decisiva, col Partito a Botteghe Oscure, che sempre rimanda e poi dimentica. Infatti non rispondeva, si limitava a ridere, fregandosi le mani - salvo poi inabissarsi senza residui, a parte i danni.
Lui stesso ne ha coscienza, si direbbe in analisi, poiché fa il film del padre che è tutto alla nascita del figlio, ostetrico, ostetrica, partoriente, nascituro, ha le doglie, le contrazioni, fa il vagito, allatta. Ed è il film in cui si vorrebbe emancipare, ha già una certa età, e vagheggia un musical, in pasticceria – e lo fa, è l’ultima gag. Rimette in scena anche il vespino di “Caro diario”, che lo porta in remoti lunghi viali di libertà. Ma poi ne sarà vittima, nella successiva esperienza personale, con i girotondi (la rivoluzione con Di Pietro, con Di Pietro?, e con le belle donne di buona famiglia).
Tra le quattro o cinque storie che fanno il film una s’impone oggi, a metà tra la farsa e la minaccia, documentaria, dal vivo, senza commenti - una sorta di cinegiornale, rimontato con l’attenta disposizione all’epoca delle riprese: le funzioni “sacre” sul “sacro” Po di Bossi e la Lega, e la processione sul mare a Venezia per la presa di possesso, con la dichiarazione – non taroccata, non montata – della Padania libera, indipendente, eccetera. Nel 1997, non molti anni fa.
L’Italia ha avuto pure il secessionismo. Ieri. Moretti lo coglie per quello che è, cialtrone e pericoloso. Non coglie che quel Bossi era stato portato da Scalfaro contro Berlusconi, e per far rivivere la Dc nella forma dell’Ulivo – il Berlusconi che oggi gli stessi si accingono a santificare. Bossi aveva avuto alle elezioni anticipate del 1996 il 10 e qualcosa per cento del voto, ma il 29 per cento in Veneto e il 25 in Lombardia. Aveva preso il nome Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, e adottato il Sole delle Alpi come simbolo, oltre alle ampolle, le purificazioni eccetera – il druidismo, non per ridere.
Nella storiografia politica, quando si faceva, si sarebbe detto che Berlusconi ha avuto il merito di “sdoganare” la destra, di portare alla democrazia i neofascisti e i leghisti secessionisti. Solo questo è la politica, assolutizzarla fa male.
Nanni Moretti, Aprile, Sky Cinema, Now

Nessun commento:

Posta un commento