Ombre - 736
Lo spagnolo
Borrell, commissario Ue per gli Esteri e la Difesa, critica Meloni perché “non
permette all’Ucraina di usare le armi che le fornisce per colpire le basi russe
all’interno del territorio russo”. Borrell è socialista e quindi ci sta che critichi
Meloni il giorno in cui incontra un riconoscente Zelensky - non è la prima
volta che lo fa, mentre non lo fa per Francia e Germania. Ma è anche spagnolo:
la guerra in effetti è diversa vista dalla Spagna, la Russia, gli slavi, la
vedranno come un videogioco.
“Paisans for Harris\Walz”,
s’intitola così il manifesto degli italo-americani Democratici, lanciato ieri
in rete, firmato da nomi eccellenti, tra essi Nancy Pelosi e Robert De Niro,
Lorraine Bracco dei “Sopranos”, Bill de Blasio. Peggio lo slogan, tutto alto,
in tricolore: PASTA AND PROGRESS. Mah! Per
raccogliere voti? L’America è un altro mondo.
Sangiuliano annuncia
cause contro Boccia. Anche Meloni si mete a polemizzare. Un tappeto rosso per
la dottoressa in eventi. Sapendo già che il marito non è riuscito a ottenerne il
divorzio in dieci anni – dopo appena uno di matrimonio? Ci vuole giudizio, il potere
è nudo, come diceva il bambino della favola di Andersen.
Dodici pagine alla
ricattatrice di Pompei ancora dopo le dimissioni di Sangiuliano. Ce l’avremo
ancora sul gobbo? Senza mai dire chi è, cosa ha atto, cosa fa questa donna.
Giusto poche righe dell’ex marito, da lei martirizzato con un processo di
divorzio interminato dopo dieci anni. Voglia di scandalismo? È l’opposizione,
bellezza? Poi dice che nessuno compra più il giornale.
È una gigantessa
la “dottoressa” nel salotto televisivo cairota “In onda” su “La 7”, i
conduttori Aprile e Telese fanno da spalla ala primadonna – Aprile con belle
palle per gli smash della “dottoressa”.
Trattata non solo come una persona normale, anche come un personaggio,
una diva. È anche vero che la donna ha portato la tv di Cairo al 10 per cento
di share, quasi.
“L’Italia ha
pagato per interessi più di Francia e Germania insieme”, può dire il presidente
Mattarella, e spiegare anche il perché: “Il motivo è nella diversa valutazione del
debito”. In effetti, non si riesce a far dire che il debito italiano è una vacca
da mungere. Da quando nel 1992 il padre della speculazione made in America
Soros ci fece in poche ore molti miliardi.
Il rating
dell’Italia, che definisce il costo del debito, di agenzie di rating diversificate
ma tutte di Wall Street, è lo stesso del Paraguay – l’America non ha molto il
senso del ridicolo, basta il potere.
http://www.antiit.com/2024/09/il-cappio-del-rating.html
Una speculazione,
così, facile facile – Soros aveva dovuto studiare. Mattarella dice: “Ma l’Italia
è un paese solvibile”. Questo lo sanno tutti, ad abundantiam –
altrimenti dove sarebbe l’utile?
Spettacolare,
incredibile, conclusione della vicenda decennale, ventennale?, delle
concessioni balneari. Con l’ok distratto di Bruxelles – come a dire “un ce ne po’
frega’ de meno”. Dopo mes, anni, di pagine allarmate, contro questo o quel governo
in nome di Bolkestein, della concorrenza, del mercato, della spiaggia libera
(da poter sporcare a piacimento), la vicenda si risolve con gaudio di tutti in
cinque o dieci anni – su questo poche righe. Non bisogna essere complottisti,
ma se non non è complotto cos’è, stupidità?
Non si penserebbe
mai i giornali a corto di argomenti, che per anni abbiano dovuto rompere con le
concessioni balneari. Cos’era, una frontiera? Una barricata? Contro la libertà?
C’è un giornalista che vada alla spiaggia libera? Senza lo spritz?
Si susseguono in
Ucraina le rimozioni, i licenziamenti, i rimpasti, le dimissioni, senza mai una
ragione specifica. Il paese è in guerra e forse non è opportuno. Ma dare
un’indicazione del perché? Non ci sono in realtà inviati in Ucraina? Ci sono ma
non sanno che succede e non gliene frega – basta riscrivere le agenzie sulle bombe
e i morti del giorno?
La “politica” o
“strategia dei tassi” è in realtà la sfida dei tassi. Una sfida tra banche
centrali. Peraltro limitata all’Occidente: se la Fed americana taglio o aumenta,
la Bce taglia e aumenta di più. L’obiettivo primario della politica dei tassi regolare
il valore di cambio della moneta.
Roma colpita da un
temporale si allaga. Succede, non è una novità, le acque non hanno dove
defluire. Anche il fossato, per modo dire, attorno al Pantheon – nei
lungoteveri si guidava come su un lago a fondo piatto, sperabilmente. Ora, va
bene anche rispettare il sindaco e la maggioranza in Campidoglio, ma “la Repubblica-Roma”
si supera: poche righe al nubifragio, e tutte diminutive: “Danni alla viabilità,
alle abitazioni e agli esercizi commerciali” – e hai detto niente. Con molti,
ripetuti, anche nelle poche righe, elogi al sindaco Gualtieri e alla sua task
force anti-temporali.
Un servizio che può
leggersi come una presa in giro. Ci vuole abilità nella complicità.
Non dice mai
“false” le dichiarazioni rese dall’ex Procuratore della Dna Laudati la giudice
Elisabetta Massini, che lo ha ritenuto colpevole di dossieraggio illegale ma
non carcerabile. Dice “non corrispondenti al vero”, anzi “in parte non
corrispondenti al vero”. È qui la differenza, per cui Laudati, che la stessa
giudice dice spergiuro, poi decide che in libertà non proverà a inquinare le
prove. Logica non c’è, solo rispetto, di classe.
Si celebrano quest’anno
le feste dell’Unità con rinnovato impegno. Fa piacere, si vede che ci sono più
risorse. Ma fa senso aggirarsi fra i banchi, pochi e vuoti. E ascoltare
democristiani sul palco che insultano altri democristiani (Gentiloni, Renzi,
Franceschini…). Cui bono?
Fa notizia Renzi
che “guida” il Pd, dopo averlo comandato, esserne uscito e averlo combattuto in
mille modi. La rottamazione della vecchia politica, di trasformismi piccoli e grandi,
era solo un gioco di ruolo, Renzi è un vero democristiano, di destra e di
sinistra indifferentemente, purché stia a galla, in posizione di comando.
Una linea tranviaria
dorsale di mezza città, la 8, sconvolta, per la seconda volta in due anni, per
il rifacimento della massicciata. Rifatta due anni fa con diciotto mesi di
lavori invece di sei. Un ponte chiuso, Garibaldi, che è l’unico utilizzabile da
due quartieri di quasi mezzo milione, Trastevere e Monteverde. E niente. Le
cronache romane saranno ben al carro della galassia Pd al Campidoglio. Ma che
uno dei due megappalti per il rifacimento dei quasi 5 km. dell’8 sia stato truffaldino,
anche su questo si tace. L’Atac, l’azienda della commessa, mantiene la stessa
dirigenza. Il Campidoglio non ne chiede conto all’Atac. La Procura non ne
chiede conto al Campidoglio. Poi si dice la mafia.
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