Ombre - 737
Caratteri grandi e
molte pagine su “Corriere della sera” (quattro) e “la Repubblica” (sette) al
processo di Agrigento e Palermo a Salvini per gli immigrati. Un sobrio “Open
Arms, chiesti sei anni per Salvini” sul “Sole 24 Ore”, e poche righe, nella sezione
“Politica”, a p. 9. Non è una cosa seria?
Il processo di Agrigento-Palermo è in realtà del Procuratore della Repubblica Patronaggio, uomo
di molti capelli e – pare – di molta fede, cattolica. Cioè democristiana, sotto
il cappello dem. Si capisce allora che, come il cardinale Zuppi, non capisca di
che si parla, quando si parla di immigrazione illegale - a parte il piccolo business
dell’accoglienza, tutto o quasi gelosamente parrocchiale. Ora lamenta su “Avvenire”
le condizioni delle carceri. Ma non dice, o non sa, che un terzo dei carcerati
è di immigrazione coatta, giovani mandati allo sbaraglio.
“Promuovevano
viaggi illegali per migranti. Chiuse mille pagine social”. Di trafficanti in Libia
e in Egitto. E in Nigeria e Senegal, dove i trafficanti hanno uffici su strada?
Attivi sicuramente da dieci anni, sono stati fotografati, ma probabilmente già da venti
e trent’anni.
Per emigrare si
muore, in massa – e si riempiono le carceri, in Italia e altrove. Ma c’è una
sciatteria incredibile attorno all’immigrazione.
Unicredit solleva
il governo tedesco, il Tesoro, dall’immobilizzo per il salvataggio di Commerzbank
(un salvataggio tipo Monte dei Paschi), rilevandone una larga quota, e il capo
del governo Scholz, in fase nazionalista dopo le sberle subite dall’estrema
destra nelle ultime elezioni regionali, come Checco Zalone cade dalle nubi. Tutto
il mondo è Paese, si può dire, ma è lo stato dell’Europa, confuso.
Sembra singolare
la prudenza in Inghilterra nella causa contro il Manchester City, la squadra di
calcio, per reati finanziari: anni di indagini, imputazioni gravi, processo discreto,
in residenza segreta. A fronte della giustizia sportiva in Italia dell’avvocato
Chiné, che si esercita al rullo dei tamburi, sempre contro un solo club – si è
opinato anche che l’avvocato sappia leggere solo quel nome. E di due Procure della
Repubblica, Torino e Milano, sempre contro lo stesso e solo club, a opera di
Procuratori tifosi della squadra avversa - Inter vs Juventus. Il calcio
è poco serio, ma la giustizia in Italia sarebbe da Cayenna: un ludibrio, una
pernacchia alla legge.
“FdI in aula (al
Campidoglio, n.d.r.): «No alla nuova Ztl». Il Pd: «Solita pagliacciata»”, e giù
sul “Corriere della sera-Roma” un colonnino con gli insulti di tre o quattro
consiglieri comunali del Pd contro i manifestanti FdI. Ma: c’è a Roma, o ci
sarà, una nuova Ztl? Boh!
Il giorno dopo un vasto
articolo elabora l’epica opposizione della maggioranza Pd ai contestatori “fascisti”
sulla questione “nuova Ztl”. Di cui però non si dice nulla. Informazione?
Boccia non è poi andata
a “Cartabianca”, benché già negli studi Mediaset al Palatino, truccata e
pettinata, perché Bianca Berlinguer non ha voluto o potuto concordare prima le
domande. Poco male. Ma questo significa che Telese e Acerbi su “La 7” le
avevano concordate. Cos’altro farebbe l’editore Cairo – i due giornalisti sono
suppellettili - per un 10 per cento di share?
Le
precisazioni-amplificazioni del giorno dopo di Berlinguer e di Mediaset sulla
mancata intervista a Boccia fanno capire quanto pregiato è lo scandalo in tv –
altro record di Berlinguer, per non vedere Boccia, al 7,5 per cento di share.
Nessun Nobel, nessun Sinner, nessuna primadonna, forse anche nessuna guerra
avrebbe mobilitato tanti illustri volti e manager del video e della gestione.
La guerra in
Ucraina ristagna e tornano le eroine in tuta mimetica fabbricate a Madison
Avenue. Modelle accattivanti, bionde nel caso, dovendo esibire nomi ucraini,
riviste di tutto punto da parrucchieri e visagistes – se c’è una benda
da esibire, in luogo che non deturpi. Niente grassi, niente fumi, niente fanghi, niente piaghe.
Le “notizie di guerra” non sono dopo tutto sorprendenti, i cliché sono
pochi.
S’illustra a Torino
Elly Schlein, in sneaker rigorosamente bianche, con due embonpoint
maschi di mezza età, lo zainetto rigorosamente ai piedi, a una festa Fiom (una
festa dell’Unità?), attorno a un tavolino tondo in plexiglass, con centro tavola
verde e Amaro Partigiano, che i tre sorseggiano, tristemente. Amaro Partigiano
non sembra una buona etichetta, ottimistica. Ma, certo, vita dura per i
politici dem. Si respira anche freddo – che però, se faceva ancora caldo a
Torino, si può dire una benedizione (porterà al risveglio?).
Moltiplicati ad
agosto, su e giù per l’Italia, continuano in città sabato e domenica i no dei
bancomat a utenti non graditi. Di Intesa i più sprezzanti, delle Poste, delle
Popolari (ex) bianche, Sondrio in testa. Perché non si sa – la banca dà ragioni
confuse, circuiti V-pay, Maestro (c’è ancora Maestro?), etc. La banca ha le sue
ragioni, che la ragione non conosce.
Nel quartiere nel
week-end solo il bancomat Unicredit funziona per tutti. C’è una divisione tra banche (ex)
“bianche” e le altre? Curioso.
Ma c’era più
democristiano un quarto di secolo fa della decina di banche di Unicredito, alla
confluenza col laico Credito Italiano? E Unicredit di quartiere non è la
vecchia democristianissima Cassa di Risparmio di Roma, sportello unico, flagello
dei residenti - dei commercianti e di ogni altra vittima obbligata?
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