Sciiti infiltrati, la guerra non convenzionale di Israele
La
guerra non convenzionale di Israele in Siria, in Iran e nel Libano, compreso il bombardamento di oggi a Beirut Sud (difficile, impossibile, centrare dall’alto in movimento un obiettivo umano), è
facilitata da una penetrazione larga nei ranghi dei pasdaran iraniani e
degli hezbollah in Libano? È quello che credono il governo iraniano e il
movimento degli hezbollah in Libano.
Il
capo degli hezbollah è entrato nella clandestinità totale. Il suo discorso
ieri era registrato: l’aviazione israeliana ha fatto una dimostrazione rumorosa sulla sua consueta sede,
provocando ripetutamente il bang supersonico, al di sopra di lui mentre parlava
senza una sua minima reazione. Non è la prima volta, ma in precedenza i suoi discorsi
registrati erano trasmessi su schermo in una sala adiacente alla sua
(supposta), ieri la sala era vuota.
Gli
assassinii mirati dei maggiori responsabili militari di pasdaran, hezbollah
e Hamas, a Damasco ripetutamente, a Teheran e nel Libano, e negli ultimi
giorni in Libano il brillamento in contemporanea delle cariche esplosive caricate
in migliaia di cercapersone e walkie-talkie, i congegni adottati dagli hezbollah
invece dei cellulari per evitare lo hackeraggio, hanno fatto capire che il
movimento è largamente infiltrato. In Libano, a Damasco e anche in Iran.
Il
sospetto è che Israele sia aiutato in questo dai sunniti, dopo il recente
avvicinamento agli Emirati, e anche all’Arabia Saudita.
Un
sospetto più concreto è che ci sia stata la mano di Israele nella deflagrazione quattro anni fa dei depositi commerciali del porto di Beirut, in realtà depositi di esplosivi chimici.
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