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martedì 24 settembre 2024

Quando l' odio era feroce tra sudtirolesi e italiani

La seconda puntata non risolleva la miniserie, il pubblico (stagionato?) di Rai 1 non gradisce. Malgrado l’attrattiva degli interpreti, Elena Radonicich, sostituto alla Procura di Bolzano, di famiglia sudtirolese, e Matteo Martari, ispettore di Polizia non più in servizio se non come consulente per aver perso una gamba – vittima del “mostro” della serie. E malgrado l’esperienza dei registi, Marengo (“Vanina”, “Un’estate fa”) e Bonino. Una miniserie che deve aver lasciato perplessa la stessa Rai dopo la realizzazione, approntata un paio d’anni fa – Bonito ha già lavorato successivamente a due serie, “Gerri” e “Mike”.
Forse è il genere horror della prima puntata, benché light, che ha allontanato il pubblico: un serial killer di molte persone, maschi e femmine, di più età, tutte di lingua tedesca, della comunità sudtirolese. Ma bisogna dire che è il tema della serie che è scabroso, violento, seppure solo in retrospettiva, nella storia, sullo sfondo del terrorismo sudtirolese degli anni 1960-1970, con centinaia di attentati e decine di morti. Contro il quale l’Italia usò l’esercito.
La serie non ne fa la storia. Ma questa seconda puntata ne resuscita l’odio. E l’irredentismo, come si sa, benché ultimamente (dopo gli attentati sudtirolesi in val Pusteria e valle Aurina) in sordina, è parte del patrimonio risorgimentale italiano.
Lo resuscita con due storie tanto semplici quanto crudeli. Due giovani madri all’epoca, di famiglia sudtirolese, sono state costrette ad abbandonare il figlio alla nascita perché concepito con un “italiano”. Una di queste è la bionda sostituto della Procura che ora indaga. Mentre le colpe dell’Italia sono sintetizzate in un interrogativo: l’uomo con cui l’altra ragazza ha concepito il figlio, un maresciallo dell’esercito, che è presto morto su una mina che stava sminando, è stato fatto saltare dai “servizi deviati” dell’Italia, per aver frequentato una ragazza sudtirolese? Il mostro si suppone ora essere il suo proprio figlio abbandonato in orfanotrofio fino alla maggiore età – troppo ribelle per le famiglie che ne provavano l’adozione o l’affido. Tanto era l’odio.
Un tema scabroso. E politico, che il pubblico Rai non ama. Specie a fronte del Sud Tirolo-Alto Adige di oggi, invidiato dal Tirolo austriaco, dall’Austria e da mezza Germania, per la ricchezza privata e per l’abbondanza pubblica, di ospedali, scuole, faraoniche piscine comunali e palazzi della cultura, stadi da hockey, fauna e vegetazione protette – benché Bolzano sia in cima alle città più sporche (si è italianizzata?). Il celta Jannik Sinner, eroe amato e amorevole di tutti gli italiani, è della val Pusteria.
Giuseppe Bonito-Davide Marengo, Brennero, Rai 1, Raiplay

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