skip to main |
skip to sidebar
Il circo sport, che noia
Due-tre ore al
giorno di tennis, in orari impervi, per 365 giorni l’anno, brandendo cinque-sei
numeri 1, per fare cassa. Da gladiatori in pantaloncini – ora pure a colori da
fierucola di via Sannio, residuati americani firmati. Un tennis dove la Wada
corrotta, l’agenzia mondiale antidoping, squalificherà Sinner per un paio
d’anni, informa il “New York Tines”. Ma non per punirlo: non gli toglierà le
vittorie - eccetto una, che non fa testo. Per liberare il sito per altri concorrenti - Sinner è troppo forte. E lo fa perché l’antidoping americano glielo chiede, bisogna movimentare la
scena: il tennis italiano occupa troppi posti in classifica, rilevava un mese
fa il “New Yorker”, con finto entusiasmo.
E questo non sta bene alla Usada, Us
Antidoping Agency, che ha “ispirato” i due giornali di New York - due gior- e i
eminentmente progressisti, della “società civile”, dei “belli-e-buoni”: il
mercat americano è ben il più lauto, anche per il tennis.
E questo dice tutto
dello sport - a parte la curiosità: tutti pensionati, tutti insonni?
Se non che il calcio
tenta di copiralo, di copiare il sistema o circo tennis: tornei su tornei,
partite ogni giorno, partire da 110-120 minuti. Con calcitori che si vedono al
risparmio, oppure stremati, e un paio ogni volta infortunati.
Con arbitri, in
Italia, che non hanno mai giocato. Si vede da come leggono i falli: non capiscono
nulla della corsa, dei pesi ondeggianti, dell’intenzionalità, delle furbizie.
Sanno a memoria i regolamenti. Dio cui però
non sanno l’analisi logica. Che comunque
gli vengono cambiati a ogni campionato. E dettagliano scemenze – il rigore
assoluto, il rigorino ecceter a. E pretendono pure di fare i registi tnv (il
Var è una diretta tv), come se non fosse un mestiere, anche compicato.
Il tutto valutato
il giorno dopo da altri “arbitri”, avvocaticchi per lo più, giudici unici, i “designatori”,
nominati da un potere casuale e occulto.
Per non parlare
dell’avvocato Chiné, personaggio impensabile se non fosse reale – fa il giudice,
ma giudica solo la Juventus. Un buon democristiano, capo di gabinetto di
Lorenzin alla Salute e Bussetti all’Istruzione, ma giudice da Brecht, da commedia
amara, per quanto antipatico possa essere Elkann col suo club.
Nessun commento:
Posta un commento