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Il giubileo degli appalti
Si celebra l’anno santo,
periodicamente, come un’occasione di redenzione. Ed è un’occasione benedetta
per molti, anche se non di tipo celestiale: Roma, epicentro della celebrazione,
ne fa in ogni angolo una sagra della corruzione. Ognuno lo vede: cantieri
farlocchi per opere invisibili, da uno o due milioni. Di che riempire le casse
di un paio di migliaia di “aziende” o studi professionali (ingegneri\architetti).
E del Pd romano. Equanime nella fattispecie: Agere e Acer si spariscono gli “appalti”,
metà “de sinistra” e metà “de destra”.
Il modello equanime fu inaugurato
da Bettini, allora dominus del Pd nella capitale, col giubileo del Millennio,
con la giunta Rutelli di cui era il patrono. Non si fecero nemmeno cause - il
modello ha questo merito: evita i ricorsi subito dopo l’appalto. All’epoca si appaltarono
anche le grattatine dalle Mura Aureliane dei capperi – che poi naturalmente
ricrebbero più rigogliosi. Ora la specialità sono i marciapiedi: un mese di
cantiere in media per dieci-venti metri di marciapiede, non molto largo.
Ma, bisogna dire anche, si vede che
ora la mano di Bettini non c’è. I soldi dello Stato sono gli stessi, 4
miliardi. Ma allora si rifecero piazze e si costruirono monument enormi – anche
chiese e musei, a l’ancora incredibile Parco della Musica, ora solo briciole
(elemosine?).
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