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Il primo amore, che poesia
Un Nievo in carattere: spiritoso – come poi sarà, tra le pieghe, qualche
anno dopo nell’ultimo (e vero) romanzo, le “Confessioni di un ottuagenario”.
Qui si racconta nel primo innamoramento. A distanza. Da qui l’invenzione del neologismo
“antiafrodisiaco”, che il Battaglia, il Grande Dizionario della Letteratura
Italiana, registrava come “termine tecnico”. Il racconto in realtà di due amori,
per due sorelle, in contemporanea. Che il curatore dice reale, trovandovi
precise corrispondenze nell’epistolario nieviano.
Il curatore, Armando Balduino, fa l’esempio del cap. XV, della risposta positiva
dell’amata al narratore: il sì arriva in forma di bigliettino, al centro di un
voluminosissimo e robustissimo incarto di parecchi colle, sigilli e spaghi
grossi – lo stesso enorme pacco che Nievo descriveva subito dopo la ricezione
del sì a un amico per lettera. La storia vera (epistolario) vuole l’idillio interrotto
bruscamente quando Ippolito improvvido manda in regalo Balzac, “Fisiologia del matrimonio”.
Un racconto ironico, divertito. Contro la moda romantica dei poeti “prataiuoli”
– non propriamente un neologismo questo, si dice dei funghi, ma sì per i poeti. Nievo
“nasce” umorista. Non di proposito, ma non sa raccontare senza humour. Alternando
“giocoletti”, altro neologismo, con scene dal vero. Anche scurrili, con strusciamenti
e altri contatti più intimi – seppure non con l’amata: in un viaggio in carrozza
in Toscana gliene occorrono un po’ meno parolai. Un po' alla moda di Sterne - una indagine sulla lettura di Sterne in Italia, a cominciare per esempio da Foscolo, che lo tradusse già nel 1813, non trascurerebbe sicuramente Nievo: una presa in giro di se stesso, prima che degli amori più o meno platonici.
Il primo “romanzo” di Nievo, a vent’anni. Lui stesso specifica, in una
nota premessa alla novella, redatta un anno dopo, di averla “condotta a termine
nell’aprile del 1851 “sotto l’impressione di avvenimenti spiacevoli e di rabbie
puerili”. Una divagazione umoristica, satirica, privata, mentre a Mantova, dove
risiedeva l’amata, si svolgeva la tragedia dei Martiri di Belfiore, i tanti
patrioti fatti poi impiccare, tra il 1852 e il 1855, da Radetzky. Un’eco degli
eventi Nievo ha introdotto nei capitoli centrali, sotto forma di rimprovero per
lasciarsi impegnare da una vicenda privata mentre erano in gioco interessi e
passioni tanto più disinteressate ed elevate.
Una presa in giro di se stesso, prima che degli amori, ancorché platonici. Non pubblicato, il testo è stato recuperato nel 2011, spiega Armando
Balduino che ne ha curato la pubblicazione, in forma manoscritta dalla vedova
di Stanislao Nievo - ma lo stesso Balduino, il trecentista veneto specialista
anche di Foscolo e Nievo, precisa che una prima edizione era stata pubblicata
nel 1956, da Carlo Bascetta e Vincenzo Gentili, anche quella basata su “un manoscritto,
messo a loro disposizione da Antonio Nievo”, il padre di Stanislao (evidentemente
lo stesso).
Ippolito Nievo, Antiafrodisiaco
per l’amor platonico, Marsilio, pp. 163 € 15
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