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Il primo Novecento fu anche donna, a Roma
Pittrici note, nei vari indirizzi
e percorsi che intitolano la mostra, attive a Roma, nel primo Novecento: Edita
Broglio (“Valori plastici”), Emilia de Divitiis, Benedetta Cappa Marinetti, Antonietta
Raphael, Mimì Quilici. Più altre recuperate. Con la stupefacente Rouzena Zatkova,
di origine ceca, e le sue incredibili “Storie di Davide” recto-verso, la
prima in ordine anagrafico delle artiste espose – tra l’altro la più bella, se
ancora si può dire: morta giovane nel 1923, ma fece in tempo ad animare il
futursimo, con Balla e in proprio, famosa per il ritratto di Marinetti (qui
esposto), ma soprattuto brillante artista polmaterica.
Un centinaio di dipinti,
in ambiente piccolo, il Casino dei Principi, per una mostra dall’ordinamento apparentemente
semplice, e non faticosa – percorsi, didascalie etc. In un certo senso una scoperta,
ma non nel senso delle ordinatrici: si vuole dire che la pittura era anche al
femminile, ma si testimonia che a Roma, negli anni Venti e Trenta, quindi del maschilismo,
erano attive e apprezzate (quasi tutte le opere esposte vengono da collezioni
private) almeno la trentina di artiste qui esposte. Molte ancora senza
complessi col doppio cognome, quello del marito prima del proprio. La più interessante,
Edita Broglio, solo con quello, nata von Zur Mühlen vicino Riga e diplomata all’accademia
di Köenigsberg, fondatrice e animatrice del movimento “Ritorno all’Ordine” e
dell’autorevole rivista “Valori Plastici”, che si pubblicava anche in francese,
collaboratrice, oltre che del marito, anche di De Chirico e di Carrà. Però è
anche vero che Marinetti ebbe una moglie, che gli diede anche tre figli, e fu
di suo artista, si può dire, ben più sensibile dell’invadente marito, inventrice
di quel movimento dell’Aeropittura di cui ha lasciato esiti tanto semplici
quanto per più aspetti – proiezione, colore non colore, movimento – singolari e
suggestivi.
Ciliegina una piccola serie
di ritratti di Ghitta Carrell, la fotografa poi finita in Israele ma cittadina
italiana di origine ungherese. Maestra di molte tecniche da photo-shop, attiva
a Roma per una quarantina d’anni, fino ai Sessanta, con ritratti di scrittrici
e scrittori per qualche aspetto nuovi, originali, inaspettati. Sorprendenti anche
quelli di Mussolini e di Edda, e per questo motivo, come “fotografa di regime”,
in attesa ancora di una retrospettiva?
Federica Pirani,
Annapaola Agati, Antonia Rita Arconti e Giulia Tulino (a cura di), Artiste a
Roma. Percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine, Roma, Villa
Torlonia
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