lunedì 14 ottobre 2024

Immigrazione sì, ma scelta

Finito nel porto delle nebbie per la parte finanziaria, che era la più promettente (l’Europa hub di capitali, sul modello Usa, co l’emissione di treasury Ue, di titoli europei, di una sorta di Tesoro europeo), il Rapporto Draghi tiene banco, a Bruxelles e nei paesi membri, per la parte immigrazione.
È anche la parte del Rapporto più scontata. La popolazione europea in età di lavoro, calcola Draghi, con gli indirizzi demografici attuali, si ridurrà di 41 milioni in meno di mezzo secolo, al 2070 – un calo del 15 per cento abbondante. Con tutta l’immigrazione prevedibile in base ai flussi storici. Senza gli immigrati – quella quota di immigrati di cui le economie europee hanno bisogno e che hanno la capacità di integrare – il deficit demografico a mezzo secolo data si allargherebbe di altri 46 milioni.
All’orizzonte del mezzo secolo, 2020, l’Europa si troverebbe con un centinaio di milioni di persone in meno. Ma già oggi molte imprese “stanno affrontando significative carenze di competenze. Non riuscendo a “trovare o ad attrarre” le competenze di cui hanno bisogno.
Da qui la necessità di una politica attiva dell’immigrazione, selettiva. Che è la carta da visita internazionale di Meloni e il suo governo. E di von der Leyen, che su questo terreno ha da tempo un’intesa con Meloni. Ma ora è un’esigenza anche della Germania.

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