Inventarsi portiere (di calcio) nell’Italia del boom
Trapiantato di
colpo da Vigevano a Milano dal vecchio padrone, che ha deciso di vendere e
godersi la vita a Bordighera, il giovane contabile diventa vittima di un padrone
interista fanatico, che soprattutto dagli impiegati vuole che facciano la migliore
squadra aziendale di calcio. Il giovane contabile sa tutto di tutto, a casa, a
“Lascia o raddoppia” – è l’epoca in cui i vicini venivano con la sedia dopo
cena la sera del Mike - sapeva le risposte sempre in anticipo, e anche a Milano
è apprezzato, migliora subito i conti, m non sa nulla di calcio. Non sa nemmeno
come muoversi. I colleghi perfidi lo mettono in porta, per farne un bersaglio. Ma
un vecchio portiere, campione mancato e per questo soprannominato Zamora, il
grande portiere spagnolo, un mezzo barbone, gli insegnerà come fare.
Un ritratto
d’epoca: l’Italia del boom, semplice e fiduciosa. Un debutto felicissimo di Marcorè alla regia. Piana, quasi sottovoce, per un mondo che immagini e suoni fanno
semplici, anche mediocri, senza declamazioni – il soggetto è alla Fantozzi, ma trattato
con gli ingredienti più delicati della commedia all’italiana.
Marcorè stesso è
misurato nei panni del fallito “Zamora”. Ma soprattutto tira fuori il meglio, in
un ruolo impossibile, per Alberto Paradossi, debuttante poco più che ventenne
nel ruolo di protagonista, e a una serie di ottimi caratteristi – nomi nuovi al
cinema, ma evidentemente attori di pedigree a Milano. Insuperabile la
serie dei “padroni” macchietta, l’interista Storti, il milanista Poretti, e
Antonio Catania il vecchio “padrone” che non sa stare “a Bordighera” – tutt’e
tre ben diretti, con le redini tirate, assurdi ma mai eccessivi. Marcorè si
riserva il ruolo dello Zamora d’Italia - avendo anche l’altezza dei portieri,
1,90.
Un omaggio del fine
produttore Agostino Saccà, ex Rai, a Roberto Perrone, il cronista sportivo che
moriva settantenne mentre si cominciava a girare il film, colonna della
“Gazzetta”, che della figura del portiere era specialista e appassionato (suo
anche il libro su Buffon), e lo “Zamora” milanese aveva tratteggiato in un
romanzo.
Neri Marcorè, Zamora,
Sky Cinema, Now
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