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giovedì 10 ottobre 2024

La giustizia fuorilegge

Si condanna De Pasquale. Dopo Davigo. Per la gestione personalissima, e violenta, delle procedure penali. Una metà buona dei giudici di Mani Pulite che si sentivano sopra la legge.
Nel conto bisogna mettere anche Di Pietro, che non è mai stato condannato, anzi ha vinto centinaia di cause contro chi lo ha criticato. Ma semplicemente non è stato perseguito per la sospetta appropriazione indebita dei rimborsi elettorali al suo partito, l’Italia dei Valori – ha preferito lasciare la politica.
Gli altri due giudici di Mani Pulite, D’Ambrosio e Colombo, erano due comunisti che al solito non sapevano cosa facevano – salvo tenere il Pci fuori dalle inchieste. Mentre il procuratore capo Borrelli, furbo uomo di potere, non firmava nulla – lui suonava il piano, muoveva la tastiera.
Dire questa giustizia “politica” è forse sbagliato. Ma non si può più dire da Terzo Mondo.

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